giovedì 28 luglio 2011

Una chiacchierata con Amanda Grange

Abbiamo tradotto per voi questa intervista ad Amanda Grange di Mags apparsa su Austenblog l’8-Agosto-2008:

Amanda Grange è l’autrice di una serie di rivisitazioni dei romanzi di Jane Austen scritti dal punto di vista del protagonista maschile: (Mr.) Darcy’s Diary, Mr. Knightley’s Diary, Captain Wentworth’s Diary, Edmund Bertram’s Diary, Colonel Brandon’s Diary, ed Henry Tilney’s Diary, che è in lavorazione (lo era all'epoca dell'intervista. Henry Tilney's Diary è stato pubblicato a Maggio 2011. NdT).

Darcy's Diary è stato il primo della serie di Diari dei protagonisti maschili di Jane Austen, ma non è stato il suo primo romanzo. Ci parli dei romanzi precedenti.
I miei romanzi precedenti sono tutti romance storici, ambientati generalmente nel periodo Regency, sebbene in alcuni casi siano del periodo eduardiano. Se qualcuno volesse provare a leggerli, i paperback di Lord Deverill’s Secret e di Harstairs House sono entrambi disponibili negli Stati Uniti. Comprendono sia l’avventura che una storia romantica, ed hanno sempre un lieto fine!

Da dove nasce l’idea di scrivere Darcy’s Diary?
Stavo leggendo Orgoglio e Pregiudizio ed ho pensato: Questo romanzo è così moderno, non c’è da meravigliarsi che sia ancora così popolare duecento anni dopo che Jane Austen lo ha scritto. Ha un ritmo veloce, moltissimi dialoghi, capitoli brevi ed il migliore — e più citato — incipit della lingua Inglese. L’unica cosa che manca, che invece non mancherebbe in un romanzo scritto ai giorni nostri, è una parte dedicata al punto di vista del protagonista maschile. Quindi ho pensato: Questo romanzo è così efficace, che potrebbe diventare un libro avvincente anche se fosse raccontato interamente dal punto di vista del protagonista maschile, perché non si tratta di un personaggio insignificante come sono alcuni protagonisti romantici; è una persona reale, che deve compiere un percorso di trasformazione della sua vita, prima di raggiungere il suo lieto fine.

Pensavo a ciò mentre stilavo un calendario per gli eventi di Orgoglio e Pregiudizio, dal momento che mi chiedevo in che periodo si svolgessero i fatti; e poiché controllavo le date e contemporaneamente pensavo alla storia dal punto di vista di Darcy, l’idea di scrivere Darcy’s Diary ha fatto capolino nella mia mente. 

Quando ha iniziato a scrivere Darcy’s Diary, ha pensato che avrebbe finito con lo scrivere un’intera serie di libri?
No! Non credevo che avrei scritto un intero romanzo, figuriamoci una serie!

Come si prepara per scrivere queste rivisitazioni? Come fa le sue ricerche e come decide di approcciarsi ad ogni personaggio?
Rileggo il libro per immergermi nuovamente nel mondo di cui devo scrivere, poi lo rileggo più lentamente e scrivo note dettagliate sulla trama, i personaggi e soprattutto i nomi, le date ed i luoghi. Dal momento che ho scritto una dozzina di Regency Romance oltre ai Diari, ho una certa familiarità con le abitudini del periodo, e dal momento che sono inglese, naturalmente ho una certa familiarità con la lingua, per cui non ho bisogno di fare alcune ricerche!
Poi cerco di immedesimarmi nel personaggio centrale, probabilmente nello stesso modo utilizzato da un attore per entrare in un ruolo. Penso alle loro esperienze di vita, alla loro famiglia, ai loro amici, tutte cose che contribuiscono a renderli ciò che sono. Poi inizio a guardare le cose dal punto di vista del protagonista maschile. È sorprendente come le cose sembrino diverse da quella prospettiva. Se agli altri l’eroe appare strano, insignificante e talvolta stupido, per se stesso sarà sensibile, intelligente e nel giusto, perché le persone di solito hanno una buona opinione di se stesse. Potrebbe più tardi cambiare opinione su se stesso, e il suo modo di agire ancora più avanti, ma generalmente penserà quasi sempre bene di se stesso. Questo può spesso dargli una visione distorta di ciò che in realtà sta accadendo; talvolta potrebbe dargli una visione più chiara di ciò che accade in realtà, e questo assicura un romanzo interessante.

È facile immaginare la storia del protagonista maschile partendo dal romanzo originale? Quanto deve inventare di suo?
Le linee fondamentali sono tutte lì, sia riguardo alla trama, che ai personaggi, anche se devo andare a caccia attraverso il libro per trovarle. Una volta che ho la storia ed i personaggi principali, devo dare vita al tutto con dialoghi, descrizioni, ecc. La storia del personaggio maschile probabilmente nel romanzo di Jane Austen sarà soltanto di poche centinaia di parole, mentre io lo trasformo in qualcosa come 35.000 parole a diario finito.

Ha avuto molti riscontri sulla serie da Janeites?
Sì. Ricevo molte e-mail dai lettori, il che mi fa molto piacere, e naturalmente il miglior riscontro è che continuino ad acquistare i libri!

Qual è il suo favorito finora? Qual è la storia che preferisce? (Le risposte potrebbero essere diverse!)
È una domanda difficile perché mi è piaciuto scriverli in modo differente. Ma se sono costretta, devo dire che quello che mi sono divertita a scrivere di più è stato Captain Wentworth's Diary , perché è stato il primo diario di cui ho scritto un retroscena completo. In particolare, mi è piaciuto sviluppare il rapporto fra Wentworth e suo fratello–e, naturalmente scavare nella relazione che c’era stata fra Wentworth ed Anne in precedenza.
La storia che preferisco, penso che dovrebbe essere Colonel Brandon's Diary. È così epica, piena di passione, di romanticismo, di cuori infranti, amore e perdita e poi, inaspettatamente, di felicità. 

Alcuni Janeites dichiarano che non potrebbero mai leggere titoli di “paraletteratura” collegati ed ispirati ai romanzi di Jane Austen. Cosa direbbe per incoraggiarli a leggere uno dei suoi libri?
Mmm. È difficile. Penso che direi loro che se provassero a leggere uno dei Diari, non dovrebbero necessariamente portarlo a termine se non è di loro gradimento, ma se invece lo fosse, ciò significherebbe che hanno trovato una serie di “Austen di seconda scelta” per prolungare il loro piacere.

Altri fan di Jane Austen potrebbero essere incappati nei sequel o nelle rivisitazioni sbagliate e potrebbero essersi stanchi e non voler provare con un autore diverso. Ha un’idea di come incoraggiarli a ritentare?
Credo che direi loro che i Diari sono uguali per stile e per modello agli originali. Non ci sono avvenimenti oltraggiosi o sesso dilagante, i libri sono del genere che la stessa Austen potrebbe aver scritto.

Edmund Bertram's Diary fra pochi giorni sarà disponibile negli Stati Uniti. Sua Signoria non è esattamente l’eroe più popolare del pantheon della Austen, ma il suo risulta piuttosto piacevole, mi sembra. Come si sente riguardo a questo ingresso in scena di Edmund?
Non mi piaceva Edmund in modo particolare prima che pensassi di scrivere il suo diario. Il suo personaggio non attrae immediatamente; è il fratello serio, non quello affascinante.

La sua opinione è cambiata dopo aver scritto il suo Diario?
Assolutamente. Non appena ho visto le cose dal suo punto di vista l’ho guardato con occhi diversi. Invece di vederlo come il guastafeste, ho visto che in realtà era responsabile, affidabile e leale—forse non gli attributi più attraenti, ma ciononostante indispensabili. Se Edmund non avesse avuto questa caratteristiche, i Bertram si sarebbero trovati in guai seri quando Sir Thomas partì per occuparsi degli affari all’estero. Se Edmund fosse stato un altro Tom, la tenuta sarebbe stata crivellata dai debiti nel momento in cui Sir Thomas fosse tornato a casa, e Maria si sarebbe trasformata in un’altra Lydia Bennet. La zia Norris avrebbe rinnovato l’arredamento di casa sua a spese di Sir Thomas e Fanny si sarebbe chiusa ancora di più in se stessa. Senza l’influenza giudiziosa di Edmund, la recita si sarebbe potuta trasformare in un disastro più grave che avrebbe comportato una perdita di reputazione della famiglia nel vicinato.

Mi sono piaciute davvero le dinamiche familiari dei Bertram, specialmente nelle prime scene, quando i ragazzi sono più giovani. I battibecchi fra loro sembrano reali e c’è anche vero affetto, specialmente fra Tom ed Edmund. Quali sono stati i suoi pensieri relativi ai rapporti della famiglia Bertram?
Credo che siano una famiglia molto reale, e come ogni famiglia hanno le loro discussioni e i loro problemi così come le amicizie e le feste. Mi è piaciuto scrivere della prima infanzia di Tom ed Edmund, perché mi è sempre sembrato che fossero vicini, nonostante i loro problemi. Immaginavo che avessero trascorso molto tempo insieme da ragazzi, cavalcando nella tenuta, nuotando nel lago e godendosi le occupazioni all’aperto consentite ai ragazzi della loro età e della loro classe. Lo vedevo come un legame che veniva creato fra loro e che le differenze successive non avrebbero infranto e credo che in Mansfield Park ciò venga confermato, dato che è Edmund che va a prendere Tom quando si ammala.
Ho mostrato Maria e Julia più competitive perché non potendo vivere in un ambiente più vasto dove confrontarsi con compagne di scuola, di università, ecc., si confrontavano fra loro. La loro competitività si protrae anche nella vita adulta, naturalmente, quando entrano in competizione per Henry Crawford.

I sentimenti di Edmund nei confronti di Mary erano più teneri e reali di quanto mi aspettassi—ed erano corrisposti. Qual è il suo punto di vista sulla loro storia d’amore?
Penso che sia una questione di opposti che si attraggono. L’attrazione iniziale è reale, ma una volta che arrivano a conoscersi più profondamente, diventano sempre più insoddisfatti l’uno dell’altro. Sfortunatamente, nessuno dei due ha l’esperienza o la maturità per rendersi conto che non potrebbe funzionare. Fino a quando, cioè, Mary esagera e, tutto ad un tratto, il velo cade dagli occhi di Edmund, che è sollevato di essere scampato per un pelo.

Possiamo osare chiederle un’opinione su Fanny Price?
Provo un’enorme simpatia per Fanny. Non è l’eroina più entusiasmante di cui leggere (a dir poco!), ma nella sua situazione non vedo come potrebbe essere diversa da ciò che è. Se cerca di essere un po’ più vivace, zia Norris la rimette subito con fermezza al suo posto, e di che posto orribile si tratta: non le è consentito neanche di avere il fuoco in camera sua d’inverno. Non gode della migliore salute, eppure, nonostante tutte queste condizioni sfavorevoli, si trasforma in una giovane donna intelligente, dotata di una notevole serie di principi morali. E per di più non può essere costretta con la forza a rinunciarvi.

Mi è piaciuto anche il modo in cui ha utilizzato Giuramenti di Innamorati sia per fare evolvere la storia—specialmente quando Edmund e Mary leggono insieme—sia traendone liberamente le citazioni per fare vedere ad un pubblico moderno, che ha una familiarità minore con la commedia dei contemporanei della Austen, quanto essa potesse essere pericolosa per quel particolare gruppo di attori.
Sì, volevo inserire una parte della commedia nel romanzo, perché sapevo che non tutti coloro che leggono il libro hanno familiarità con la commedia. In realtà non tutti leggendo il libro sono consapevoli che si tratta di una commedia vera. E naturalmente l’argomento è importante e il linguaggio utilizzato è talvolta più audace di quanto ci si aspetti, dunque è facile capire perché Edmund obietti, in modo particolare perché agisce in loco parentis per Maria, che è fidanzata, ma evidentemente prova piacere ad essere abbracciata da un altro uomo.

In Gran Bretagna è appena uscito Colonel Brandon’s Diary (lo recensiremo questa settimana) Lo sto ancora leggendo, ma finora mi sono molto piaciute le parti che precedono Sense and Sensibility—ho quasi perso la fermata del treno ieri leggendo la parte in cui scopre del matrimonio di Eliza, e poi ho cominciato a frignare sul treno che mi portava a casa quando è morta. Eppure non è melodrammatico né sdolcinato, come avrebbe potuto facilmente diventare. Cosa pensava della storia del Colonnello quando ha iniziato a scrivere il libro?
È la storia più fenomenale, c’è tutto, davvero, romanticismo, passione, tragedia e cuori infranti e mi sono accorta che il Colonello Brandon è molto più di ciò che vediamo in Sense and Sensibility.

È stato più facile o più difficile scrivere la sua storia ed i retroscena quando Jane Austen ci ha fornito così cortesemente una storia così romantica su di lui?
Entrambe le cose! Più facile perché c’era tanto di cui scrivere, ma anche più dura perché sapevo che sarebbe stato difficile scrivere senza scadere nel melodramma.
Scrivere dal punto di vista di un uomo mi ha aiutata a trattenere le emozioni in maniera tale da essere commuovente senza diventare lacrimosa, inoltre ho inserito parecchio humour piuttosto nero, in particolare con il padre di Brandon, per controbilanciare la dolcezza delle prime scene romantiche.

Crede che il Colonnello Brandon formi una bella coppia con Marianne Dashwood? O che lei sarebbe stata meglio con Willoughby, se lui non avesse scelto l’ereditiera, ma supponendo che la giovane Eliza fosse ancora in gioco? (ho trovato questo argomento piuttosto controverso discutendo sul libro con alcuni colleghi Janeites)
Di certo in Colonel Brandon’s Diary il Colonnello e Marianne formano una bella coppia. Hanno temperamenti molto simili, entrambi sono romantici ed entrambi sono profondi. Credo che saranno molto felici insieme.
Non credo che Marianne sarebbe potuta essere felice con Willoughby. Sebbene inizialmente sia attraente, Willoughby è vanitoso, debole, superficiale e crudele. Non credo che Marianne avrebbe potuto guardare Willoughby, tantomeno amarlo, una volta che avesse saputo di Eliza. È una ragazza molto appassionata, e credo che la sua ripulsa sarebbe stata appassionata quanto la sua iniziale attrazione.

Oserei dire che alcune fan di Edward Ferrars potrebbero essere deluse dal fatto che abbia preferito di scrivere il diario del Colonnello piuttosto che quello di Edward. Sta pensando di scrivere il diario di Edward?
Le prime voci del diario sono già scritte! Attenzione, continuo a riscriverle perché non credo di aver ancora afferrato il giusto tono, ma è di certo un diario che mi piacerebbe scrivere. Comincia da quando Edward aveva dieci o undici anni e si trova ad una festa per bambini organizzata da sua madre. L’incipit provvisorio suona così: “Non so come mai, ma per papà non posso fare niente di sbagliato, per mamma non posso fare niente di giusto.” Immagino che abbia un buon rapporto con il padre e che poi alla sua morte sia devastato, il che spiega la sua timidezza.

Ed ora sta lavorando sul diario del sesto protagonista, Henry Tilney’s Diary. Il team Tilney aspetta col fiato sospeso. Abbiamo seguito i suoi post sul blog Historical Romance UK che riguardavano la scrittura del libro, ed è interessante avere degli indizi sul suo processo creativo. Come va fin qui? Mr Tilney si comporta bene? Ed il Capitano Tilney si comporta bene?
È ancora presto, ma finora va tutto bene. Attenzione, a questo stadio del lavoro potrebbe succedere di tutto! Ma Mr Tilney, o meglio, dovrei dire, il giovane Mr Tilney, perché sto cominciando dai suoi sedici anni circa, si sta comportando molto bene. Suo fratello si sta comportando molto meno bene, sebbene sia allo stesso livello di molti giovani uomini della sua stessa età e classe. Eleonor, naturalmente, si comporta meravigliosamente.

Sei romanzi, sei diari di protagonisti… e poi?
Ho scritto un racconto per il cinquantenario della Romantic Novelists’ Association’s nel 2010. Riguarda un incontro accidentale fra Wickham, Willoughby e Darcy in una notte nevosa in una taverna di posta. Non so se farà parte di un libro per l’anniversario dell’RNA, dal momento che l’editore non ha ancora fatto una selezione finale dei racconti, ma se non farà parte del libro, lo pubblicherò sul mio sito web.
Oltre a questo, non lo so proprio. Mi piacerebbe scrivere un altro romanzo gotico—gotico sul genere di Victoria Holt, non su quello di Anne Radcliff — e mi piacerebbe scrivere altri diari. Credo che Frank Churchill’s Diary potrebbe essere interessante, e mi piacerebbe scrivere anche Mr Darcy’s Diary volume II. In realtà non basterebbero tutte le ore del giorno per tutti i libri che mi piacerebbe scrivere. Ma probabilmente mi prenderò una pausa dopo Henry Tilney’s Diary. Chi lo sa? Magari potrei riuscire a mettermi in pari con i lavori domestici! Oppure, ripensandoci, l’idea di lavare e stirare mi potrebbe magari fare ritornare alla tastiera del computer.

Testo originale dell'intervista
Traduzione di Gabriella Parisi

Links utili
Biografia di Amanda Grange nella Galleria Ritratti di OF&NF
Lo Speciale sui Diari di Amanda Grange su OF&NF
Mr Darcy's Diary su Amazon.it
Wickham's Diary - a novella su Amazon.it
Mr Knightley's Diary su Amazon.it 
Cap. Wentworth's Diary su Amazon.it
Edmund Bertram's Diary su Amazon.it
Henry Tilney's Diary su Amazon.it
Colonel Brandon's Diary su Amazon.it
Mr Darcy, Vampyre su Amazon.it (Italiano - TEA Libri)

martedì 26 luglio 2011

I Diari di Amanda Grange

Decisamente una delle più valide autrici di spin-off del filone austeniano è Amanda Grange.
I suoi Diari, che presentano il punto di vista dei protagonisti maschili dei romanzi di Jane Austen (e recentemente anche degli antagonisti, come dimostra Wickham’s Diary – a Novella, pubblicato nel 2011), rivelano una grande sensibilità ed una precisa conoscenza dell’opera della Austen.
Nonostante le numerose richieste, a tutt’oggi non sono state pubblicate le versioni italiane dei Diari, sebbene la TEA, che ha già pubblicato Mr Darcy, Vampyre della stessa autrice, ci stia seriamente pensando (LizzyS ha scritto una e-mail a questo proposito e ciò è quanto ha dedotto dalla loro risposta), visto l’enorme successo che tali romanzi hanno riscosso nei paesi anglo-sassoni e tra gli italiani che li hanno letti in lingua originale, nonché il riscontro dell’altro Darcy (il Vampyre, per intenderci) rimaneggiato proprio dalla Grange.

Noi Lizzies abbiamo letto alcuni di questi Diari, e vorremmo farvi partecipi del nostro gradimento mediante le nostre recensioni:
- Mr Darcy's Diary (recensito da MissClaire-LizzyP e da Sylvia66-LizzyS)
- Captain Wentworth's Diary (recensito da Gabriella-LizzyGee)
- Mr Knightley's Diary (recensito da
Gabriella-LizzyGee)

Mr Darcy's Diary
Recensione di Miss Claire (LizzyP)
Valutazione: 4 AustenStars

E' noto che il "Diario" è, per definizione, resoconto di date e di eventi cronologicamente ordinati sul passo del tempo di una vita, ma in esso vi è molto di più di un semplice elenco di fatti, quando si tratti di un quaderno privato...acquista, allora, valori di segretezza, confessione e libero pensiero, divenendo scrigno dei dialoghi dell'animo e, spesso, l'unico confidente di chi vi appone penna.

Sono molti i punti di vista che potremmo svelare semplicemente leggendo i Diari, dunque "i sinceri pensieri", dei protagonisti di una stessa storia.
E se questa storia fosse una delle più amate nella Letteratura di tutti i tempi?
Se si trattasse, insomma, del celebre romanzo "Orgoglio e Pregiudizio" ('Pride and Prejudice')?

Ebbene, potremmo leggerne la trama da un punto di vista diverso da quello noto, rivivendo le vicende di Elizabeth Bennet, eroina del romanzo, attraverso gli occhi di un altro personaggio...e chi meglio di Mr Darcy, controparte maschile, potrebbe completare al meglio tutti i risvolti non detti di questa storia?

Amanda Grange, co-scrittrice* de 'Mr Darcy's Diary' (*la principale autrice resta, ovviamente, Jane Austen), ha indovinato l'adozione del diario nel riproporre il romanzo austeniano più famoso, certamente conscia di emulare la forma del romanzo epistolare (di cui Zia Jane stessa usufriva - es. vedi Lady Susan); scelta fortunata e congeniale nel particolare caso di Mr Darcy, se si pensa al carattere molto riservato, quasi inaccessibile del personaggio, che ne ha consacrato il fascino.
Dunque, a mio modesto parere, il vero merito della Grange non risiede tanto nell'aver riscritto la storia per mano di Darcy, soggetto sfruttato da molti altri autori (vedi Aidan, Hamilton, ecc.), piuttosto nell'averlo presentato in questa forma epistolare che pare compensare i pensieri ed i quesiti che il romanzo originale lasciava sospesi nelle ipotesi di Lizzie e nell'immaginazione del lettore stesso, peraltro, aggiungendovi d'altro canto, le riflessioni e le domande che animano Darcy nel corso della trama.
Superfluo dilungarsi sulla trama, essendo la medesima del romanzo austeniano del quale troviamo precisa citazione nei dialoghi comuni a Darcy e agl'altri personaggi; la scrittura è scorrevolissima, priva di ridondanze e licenze inopportune, scelta appropriata e rispettosa vista la necessità di coincidenza al testo originale.
Il Darcy che emerge da questo diario è piuttosto convincente: il suo carattere particolare, introverso, un misto fra orgoglio ed innata timidezza, non è dissimile da quello svelato alla fine del romanzo austeniano, è stato semplice immaginare che potesse aver cura di tenere un diario personale ove appuntare i progressi della sorella cui è affezionato tutore, o le vicissitudini del suo unico e più caro amico Charles; leggervi, dunque, lo sfogo ai propri inattesi mutamenti d'animo conseguenti alla conoscenza di Lizzie è naturale quanto entusiasmante!
Il Diario raccoglie ogni pensiero, domanda, tribolazione, così come ogni emozione a stento repressa nelle azioni reali, o struggimento nascosto di fronte a Elizabeth, unica vera origine del suo smarrimento e del suo cambiamento futuro.
Di riflesso, ricordiamo la medesima evoluzione di Lizzie, rileggendo nelle cronache di Darcy l'arrossire di lei davanti alla sfacciataggine della madre ed il mutare del suo comportamento verso lui medesimo nel procedere degli eventi.
Leggendo la storia (anche se d'ipotesi si tratta) da questo "lato del cielo", veniamo a conoscenza da subito delle malefatte di Wickham, ad esempio, o del profondo affetto di Darcy per la sorella Georgiana ed, in particolare, del carattere altrimenti inaccessibile di Fitzwilliam, svelato solo da ultimo nel romanzo originale.
Come LizzyS, non ho ancora letto gli altri Diari della Grange, cui presto riserveremo nuova attenzione (anche con un Gruppo di Lettura aperto a tutti!), ad ogni modo, ho apprezzato questa ri-scrittura di Orgoglio e Pregiudizio, attenta a non intaccare la sacralità del romanzo della Austen, sebbene il canovaccio di questo lasci poco spazio all'invenzione...anche perciò, sono ansiosa di leggere il punto di vista di un altro dei suoi personaggi, 'Wickham's Diary - a Novella', rivestito di un ruolo negativo nella storia e di assai più largo respiro.

Mr Darcy's Diary è meritevole di una curata edizione nostrana...nonostante difetti nel non includere zombies o vampiri! ;)


Mr Darcy’s Diary
Recensione di Sylvia-66 (LizzyS)
Valutazione: 4 AustenStars

Mr Darcy (Colin Firth, Pride and Prejudice, BBC 1995)
Mediamente ben scritto, in un inglese alla portata di chiunque ne abbia un po' di dimestichezza, e rispettoso dell'originale di Jane Austen, non pretende di replicarne lo stile né di inventarsi qualcosa di così nuovo da stravolgere il carattere del personaggio. In breve, svolge il proprio compito di raccontare pensieri e gesta di Mr Darcy durante gli accadimenti di Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio (un poco dilatati temporalmente, cioè tra il "fattaccio" tra Wickham e Georgiana ed i primi mesi di matrimonio con Elizabeth) senza infamia e senza lode - il che, nel panorama dei "derivati" da Jane Austen, è già miracoloso.

Si fa leggere tutto d'un fiato, piacevolmente, anche quando alla penna sfugge un po' di zucchero filato. Apprezzabile il fatto che l'autrice desista dal volerci raccontare tutto della vita intima di Darcy ed Elizabeth, spruzzando qua e là solo qualche accenno o sottinteso, molto piacevoli e rispettosi dei personaggi originali.

Mr Darcy (Matthew MacFadyen,
Pride and Prejudice, Universal 2005)
Avendo letto questo Diary dopo Mr Darcy, Vampyre, sono rimasta colpita (positivamente) perché l'autrice non sembra affatto la stessa di quel pasticcio vampiresco che stravolge tutto, personaggi compresi, reimpastando il post P&P/O&P con poca perizia stilistica e molta confusione nell'intreccio.

Sapendo che l'idea "carina" del diario viene replicata a più non posso anche per altri grandi personaggi maschili austeniani (ignoro con quale merito, non avendo letto nessuno degli altri diari, almeno PER ORA!), mi è venuto il dubbio che si tratti di un format felicemente modellato una prima volta e poi facilmente riproposto in nome del solito sfruttamento della vena aurea austeniana.

Ma presto lo verificheremo insieme, con la lettura di un altro Diary...

Consiglio di leggere questo Mr Darcy's Diary se amate Jane Austen, conoscete bene Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio e siete curiosi di conoscere un punto di vista diverso dal vostro su che cosa può essere accaduto nella mente e nella vita di Mr Darcy, materia strategicamente taciuta dalla sua creatrice, raccontato con mano lodevolmente e sorprendentemente leggera ma consistente.



Captain Wentworth’s Diary
Recensione di Gabriella (LizzyGee)
Valutazione: 4 AustenStars

Mi è piaciuto molto il Captain Wentworth di Amanda Grange, forse perché è molto simile al personaggio di Jane Austen.

Nonostante in questo Diario la Grange avesse la possibilità di spaziare di più, perché la Austen ci da solo piccoli accenni agli eventi dell'anno sei, e quindi al primo fidanzamento fra Wentworth ed Anne Elliot, non ha esagerato, anzi, è rimasta molto in stile Austeniano, con picnic sulle colline e sciarade (in puro stile Emma) ed un Capitano sicuro si sé, quasi spavaldo, che prevede per sé un avvenire ricco. Bellissimo il brano in cui il Capitano origlia contemporaneamente Mr e Mrs Musgrove che parlano a persone diverse del figlio Dick, utilizzando toni diametralmente opposti... sembra di leggere la Austen!

Sono rimasta invece un po' delusa quando, dopo il rifiuto di Anne, Wentworth non ha più scritto sul diario... chissà, forse era troppo addolorato, o forse la Grange non voleva uscire troppo dal sentiero tracciato da Jane Austen.

La seconda parte del diario è più scontata, perché è molto fedele a 'Persuasione', anzi, la Grange, anziché sviluppare ulteriormente i dialoghi della Austen, si permette addirittura di ometterne alcuni, mi riferisco, ad esempio ad una cena ad Uppercross che non viene riportata per intero.
E' vero che il Capitano scrive sul Diario ciò che gli è rimasto maggiormente impresso (Anne, Anne, Anne), ma io non avrei tagliato i discorsi in cui si parla delle donne a bordo delle navi da guerra, e mi sarei maggiormente dilungata su Dick Musgrove.

Bellissimo anche il primo incontro dopo, temuto da Frederick esattamente quanto lo è da Anne, con un equivoco – sfruttato anche da Helen Fielding in Che Pasticcio Bridget Jones, che dopotutto è sempre uno spin-off di Persuasione! – e che la Austen ha utilizzato anche in Ragione e Sentimento).

Nella parte finale la Grange trasforma tutti i discorsi indiretti di Jane Austen in dialoghi, con parole molto appropriate e fedeli all'ispiratrice.

Quattro AustenStars e mezzo (peccato, potevano essere 5 se l'autrice non avesse liquidato tanto frettolosamente gli otto anni di lontananza ed altri piccoli particolari); ma si sa, io ho un debole per il Capitano!



Mr Knightley’s Diary
Recensione di Gabriella (LizzyGee)
Valutazione: 3 AustenStars

Questa volta la Grange mi ha un po' deluso: il diario di Mr Knightley è una continua cantilena: Emma di qua, Emma di là, Emma ha fatto questo, Emma ha detto questo dalla prima all'ultima pagina, ed il bello è che quel tontolone di Knightley (per una volta voglio parlare come Augusta – Mrs Elton - omettendo il Mr) non si rende conto che Emma è la pietra di paragone per ognuna delle possibili Mrs Knightley prese in considerazione!

Beh, più che "Mr Knightley's Diary" avrebbe potuto chiamarsi Il Riscatto di Miss Bates, in quanto la simpatica donna sembra essere diventata all'improvviso molto più intelligente: partecipa alla ricostruzione di sciarade dimenticate, fa osservazioni argute, a volte sa tacere e... trova un fidanzato che la porterà a vivere in quella che è sempre stata la casa dei suoi sogni!

Romola Garai (Emma) e Johnny Lee Miller (Mr Knightley)
Emma BBC 2009

Perché questa volta la Grange si è permessa qualche piccola variazione dal romanzo di Jane Austen: l'introduzione di personaggi non presenti in Emma, ed anche una piccola variante alla storia del salvataggio di Jane Fairfax: Miss Bates non parla di Mr Dixon, ma di Frank Churchill, è solo Emma a supporre con malizia che sia stato il marito della sua amica ad effettuarlo.

Insomma, carino, sì, ma è come se la Grange avesse fatto leggere a Mr Knightley il libro Emma, tranne che nelle parti che lo riguardavano direttamente, e poi lui avesse scritto il suo Diario di conseguenza... (Beh, piuttosto ovvia, come considerazione!)

Tre AustenStars tirate per i capelli, diciamo sei meno meno.


Motivazione: perché, nel panorama di spin-off e sequel dei romanzi di Jane Austen, questi Diari di Amanda Grange sono fra le pubblicazioni più interessanti e garbate, rispettose del grande modello che le ha ispirate, l’ineguagliabile Jane Austen.

Non mancheremo pertanto di sollecitare la TEA affinché provveda alla pubblicazione delle loro traduzioni in lingua italiana, sulla  scia del successo della trilogia di Pamela Aidan e dei gialli di Carrie Bebris e di Stephanie Barron.


Intanto, vi invitiamo a leggere insieme a noi il Diario del Colonnello Brandon, Colonel Brandon’s Diary in lingua originale nel Gruppo di Lettura che stiamo per iniziare in occasione dei festeggiamenti per il bicentenario dalla pubblicazione di Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento) e che annunceremo a breve. Vi aspettiamo!

Link Utili:
- Biografia di Amanda Grange nella Galleria Ritratti di OF&NF
- Mr Darcy's Diary su Amazon.it 
- Mr Knightley's Diary su Amazon.it 
- Cap. Wentworth's Diary su Amazon.it

lunedì 25 luglio 2011

The Lizzies | Identità e Poteri

Benvenuti nella nostra pagina profili, ove, coerenti con lo stile Regency abbiamo appeso i nostri ritratti di profilo, appunto!
Ecco a Voi...Le Lizzies!!!

LizzyP (Miss Claire)
Su OF&NF scrive di BLU

Artista di dubbio talento, Grafica di professione.
Fidata Vestale della Dea Jane, coltiva la speranza di incontrare il suo Mr Darcy nella vita reale, solo per dimostrare che i lieti fine non sono una prerogativa dei romanzi della Zia!
Adora disegnare, leggere e camminare più di ogni altra cosa. Ha una predilezione per i mici, sebbene sia una contemplatrice affezionata della Natura in genere.
E' convinta di appartenere ad un'altra epoca storica...ovviamente, quella di Jane Austen!

Poteri: immaginazione - persuasione - empatia.
Debolezze: autostima inesistente, testa fra le nuvole, piedi scalzi, abitudine di leggere e camminare contemporaneamente con tutto ciò che ne consegue...bernoccoli compresi...
Attenuanti: orgoglio, ironia, profondo senso della giustizia.
Tallone d'Achille: la Voce di Matt può mutarla in un automa capace di eseguire ogni comando.

LizzyGee (Mrs Georgiana - Gabriella)
Su OF&NF scrive di VERDE

Cantante di indubbio talento, si dedica alle Danze Standard con il suo Ammiraglio (Croft, ma non chiamatela Sophia!).
Janeite poco conservatrice (nel senso che vanta al suo attivo la lettura di un discreto numero di spin-off e sequel - e li ha tovati persino gradevoli!), coltiva la speranza di veder pubblicato uno spin-off  scaturito dalla SUA penna!
Adora leggere, cantare e danzare (ma questo lo avevamo già detto) ricamare e lavorare a maglia. È anche una discreta cuoca. Si sta attivando per riuscire a compiere almeno due delle sue attività preferite in contemporanea... Lavorare a maglia danzando? Ricamare cucinando? Leggere cantando? Per il momento riesce solo a ricamare/lavorare a maglia/cucinare ascoltando un audiobook... Che disdetta!

Poteri: orecchio musicale - creatività - passionalità.
Debolezze: testardaggine - puntigliosità - discreta propensione alla lamentazione.
Attenuanti: vuole caparbiamente fare in contemporanea - e bene - troppe cose: le crisi di panico sono all'ordine del giorno!
Tallone d'Achille: Non ammette di avere un Tallone d'Achille...

LizzyS (Sylvia-66)
Su OF&NF scrive di VIOLA

Scrittrice di dubbissimo talento, da sempre ama scribacchiare per il potere terapeutico che questa attività esercita su di lei. Attribuisce massima importanza all'espressione linguistica in generale, tanto che tra i suoi poteri vorrebbe ci fosse il dono delle lingue straniere (tutte, moderne ed antiche!).
Austen dipendente irrecuperabile, avendo provato su di sé gli effetti benefici di tale malattia, ritiene sia suo preciso dovere diffonderne il contagio con meticolosa ed inesorabile costanza affinché tutti possano goderne le magiche conseguenze.
Adora scribacchiare (come già detto) ma anche leggere, ascoltare musica, ballicchiare e canticchiare, camminare senza meta, bere a qualunque ora del giorno e della notte, nutrirsi della creatività degli altri (essendone totalmente priva ella stessa), condividere opinioni, acquisire conoscenza.

Poteri: spiccato senso organizzativo (ma solo per rimediare al proprio innato disordine) - flessibilità (ma solo per evitare la propria innata rigidità) - autoironia (ma solo perché detesta chi si prende troppo sul serio)
Debolezze: mancanza di fantasia e creatività - romanticismo in dose disumana - tendenzialmente prolissa
Attenuanti: si impegna strenuamente a riconoscere e rimediare i propri difetti!
Tallone d'Achille: pensare di non aver mai tempo, o di averne in abbondanza!

venerdì 22 luglio 2011

Galleria Ritratti: Amanda Grange

Amanda Grange è nata nello Yorkshire (un luogo, un destino...) ed ha passato gli anni dell'adolescenza a leggere Jane Austen e Georgette Heyer nonché a studiare musica alla Nottingham University. Oggi vive nel Cheshire, UK.

Al suo attivo, troviamo una quantità di romanzi storici, ambientati in epoca Regency (reperibili ormai soltanto in formato e-book).
Negli ultimi anni si è dedicata con crescente successo a sequel e spinoff a tema austeniano, prevalentemente in forma di Diario dei personaggi maschili in cui Mrs Grange riscrive le vicende raccontate da Jane Austen attraverso un punto  di vista alternativo, quello del protagonista (o antagonista) maschile dell'eroina.


Sul suo sito personale, è possibile vedere in quanti libri si è riversato il suo amore per Jane Austen e in particolare per Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) ed il suo super-protagonista, Mr Darcy - al quale ha dedicato anche un seguito paranormale, Mr Darcy, Vampyre.


Dal suo sito, un estratto dei giudizi a proposito dei suoi lavori:
Mr Darcy's Diary: "Lots of fun, this is the tale behind the alpha male"
(Divertentissimo, questa è la storia segreta del "maschio alfa")

The Washington Post called Mr Knightley's Diary "affectionate".
(Il Washington Post ha definito il Diario di Mr Knightley "affettuoso")

The Historical Novels Review made Captain Wentworth's Diary an Editors' Choice, remarking, "Amanda Grange has hit upon a winning formula."
(La Historical Novels Review ha incluso il Diario del Capitano Wentworth nella propria Selezione sottolineando: "Amanda Grange ha indovinato una formula vincente")

Austenblog declared that Colonel Brandon's Diary was "the best book yet in her series of heroes' diaries."
(Austenblog ha dichiarato che il Diario del Colonnello Brandon è finora il migliore libro della serie dei diari degli eroi [austeniani])
Titoli di Amanda Grange già pubblicati:

Pride and Pyramids (con Jacqueline Webb)


- Sito Ufficiale di Amanda Grange

lunedì 18 luglio 2011

Old Friends and New Fancies, il primo sequel austeniano della storia


Abbiamo letto questo libro tra marzo e aprile del 2011, incuriosite dall'aver scoperto che si tratta del primo sequel austeniano della storia. 
Scritto nel 1913 (esattamente un secolo dopo la pubblicazione del romanzo al quale si ispira, Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio) fu pubblicato nel 1914 dalla casa editrice Holden and Hardingham in un momento in cui nessuno aveva ancora pensato a questo vero e proprio genere letterario, quello dei sequel, dei prequel, degli spinoff, in una parola dei derivati da un romanzo e/o autore.
Ecco che cosa abbiamo scoperto!

Di seguito, le recensioni delle Lizzies di OF&NF, in quest'ordine:
- Lost in Austen (di Gabriella) Valutazione: 4 stelle
- E' una verità universalmente riconosciuta... (di Miss Claire) Valutazione: 4 stelle
- Alle origini di tutti i derivati austeniani (di Sylvia-66) Valutazione: 4 stelle

Valutazione complessiva OF&NF: in fondo al post...



Lost in Austen (di Gabriella)
Valutazione 4 AustenStars

- Molto prima che Amanda Price si perdesse a Longbourn; 
- Prima dei tempi sospetti in cui la televisione ed il cinema potessero influenzare l’immaginario collettivo con i personaggi austeniani che automaticamente vengono personificati da questo o da quell’attore; 
- Prima che gli sceneggiatori ci influenzassero con la loro interpretazione dei romanzi;
- Prima del boom dei sequel e degli spin-off, spesso inquinati da presenze aliene di zombie e di vampiri, Sybil G. Brinton, nel lontano 1913 scriveva quello che è da considerarsi il primo sequel di Pride and Prejudice e non solo, ma anche di Mansfield ParkPersuasion e compagni, con una lingua che è più giovane di un secolo, ma tuttavia decisamente più vicina all’originale.
Il risultato è un romanzo fresco e gradevole, che si legge con piacere, e ci fa ritrovare là dove li avevamo lasciati (tranne uno, ahimè!) i personaggi di tutti i sei romanzi di Jane Austen… tanto che a volte ci si perde (da cui il titolo della recensione).

Infatti la Brinton, per non dover inventare dei nuovi personaggi, come è stato ampiamente fatto in seguito, con risultati discutibili, li ha riciclati.

Ma c’è una pecca: poiché i personaggi appetibili erano già tutti accasati, soprattutto quelli femminili, la Brinton è costretta a trasformare Mary Crawford in un modello di virtù, cosa che, a mio modesto parere, non è affatto (ma io potrei essere influenzata dall’immagine cinematografica di Embeth Davidtz, o anche no). 
Anthony Calf  (Colonel Fitzwilliam Pride and Prejudice 1995)
ed Embeth Davidts  (Mary Crawford Mansfield Park 1999)
Tanto per cominciare in questo romanzo i coniugi Darcy sono relegati ad un ruolo di secondo piano: Elizabeth si vota alla sua nuova attività di Matchmaker (non disperate, anche Mrs Knightley non ha perso il vizietto!), Darcy diventa assolutamente marginale, per cedere il posto ai veri protagonisti del romanzo: Georgiana ed il Colonnello Fitzwilliam.
Il romanzo si apre infatti con la rottura del loro fidanzamento e la conseguente ricerca di un partner ideale per entrambi.
La presenza di tanti personaggi austeniani risparmia alla Brinton il disturbo di doverci descrivere e, soprattutto, farci comprendere il carattere di nuovi acquisti, tuttavia, come nel già citato caso di Mary Crawford, il loro comportamento non risulta coerente con il modello creato dalla penna della maestra.
Ed ecco che James Morland è meno sempliciotto di quanto apparisse nell’Abbazia, Mr Yates è sempre chiacchierone, ma meno egocentrico e bamboccione che in Mansfield Park.
E che dire di Miss Bingley e Mrs Hurst, un modello di sensibilità nei confronti di Georgiana, in occasione del primo incontro di questa con Fitzwilliam dopo la rottura del fidanzamento:

Mrs Hurst made a vague answer, for both she and her sister were sincerely anxious to spare Georgiana any embarassment, and they would not, on their own accord have referred to Fitzwilliam until they knew how she was able to bear the mention of his name in public.
(Mrs Hurst diede una risposta vaga, poiché sia lei che sua sorella erano sinceramente ansiose di proteggere Georgiana da ogni imbarazzo, e non avrebbero fatto, per un loro accordo, alcun riferimento a Fitzwilliam finché non si fossero sincerate che lei fosse in grado di sopportare di sentirlo menzionare in pubblico. )
Certo, alcuni personaggi non si smentiscono (vedi John Thorpe, in arte Buzz, che mette in circolazione voci non confermate di fidanzamenti), Mrs Jennings, che spettegola vivacemente nel salotto di Mr e Mrs Edward Ferrars, divertendosi ad accoppiare col pensiero e con battutine intempestive le signorine in età da marito, le sorelle Steele, che macchinano a spese del Colonnello Fitzwilliam (dato che Anne potrebbe essere interessata), e Lady Catherine, inflessibile nei suoi giudizi inappellabili.
Emilia Fox (Georgiana) e Jennifer Ehle (Elizabeth)
Pride and Prejudice 1995
Nell’intreccio della storia si intravedono frammenti degli intrecci dei romanzi di Jane Austen, come un’enorme scacchiera in cui le pedine sono state spostate ad interpretare i ruoli che già erano stati di altri.
Ed anche le frasi che già erano state lette, vedono sostituiti i nomi per ottenere lo stesso risultato:

Who could think of a Morland when they had been better attracted by a Price! 
(Chi avrebbe pensato ad un Morland, quando già erano stati impressionati positivamente da un Price!) 
pensa Georgiana, come già Lady Russell aveva pensato riferendosi a Louisa Musgrove ed Anne Elliot; per non parlare delle proposte di matrimonio: un vero patchwork di quelle scritte da Jane Austen.
Tutto sommato una lettura molto gradevole, più vicina all’originale di quanto non si sia mai più riusciti ad arrivare in seguito – e non sto pensando alle contaminazioni con mostri o alle P&P variation, ma ai romanzi più garbati.
Ma non perdonerò mai alla Brinton di aver fatto morire il Colonnello Brandon (lo avesse fatto per un motivo plausibile, che ne so, far sposare Marianne con il Colonnello Fitzwilliam, per esempio)!
Carey Mulligan (Kitty Bennet - Pride and Prejudice 2005)
Joseph Morgan (William Price - Mansfield Park 2007)
e Tazmin Merchant (Georgiana Darcy - Pride and Prejudice 2005) 


"E' una verità universalmente riconosciuta...
...che Jane Austen ha il potere di cambiare per sempre la mente dei propri lettori!"
 
(di Miss Claire)
Valutazione: 4 AustenStars

Quello dei derivati austeniani è un universo in costante espansione, questo blog si propone appunto di esplorarne i pianeti, eppure, ogni cosa ha un inizio, il Big Bang originario che dà il via alle danze, in questo caso, un trascurato titolo pensato da una ignorata scrittrice che, pur nell'anonimato del mancato successo, detiene l'inconsapevole merito dell'esordio di un genere fortunatissimo.

Una premessa a questa lettura è d'obbligo: il privilegio di Old Friends and New Fancies, di Sybil Grace Brinton, risiede esattamente nel'ottenuto riconoscimento di primo derivato austeniano della storia, dunque, mi sento di consigliare a chi volesse iniziare l'esplorazione del genere, d'intraprendere il viaggio partendo da tale titolo,  la cui pubblicazione risale addirittura ad un secolo fa (scritto nel 1913 / prima edizione 1914 - Holden & Hardingham, London), a distanza di altrettanto tempo dall'uscita del suo principale oggetto d'ispirazione: Orgoglio e Pregiudizio (1813).
La (quasi) sconosciuta Sybil G. Brinton, a mio modesto avviso, intraprese questo primo esperimento in un momento storico ancora acerbo, non ricettivo, orfano di un pubblico capace di comprendere il carattere celebrativo/innovativo del suo romanzo, ciò ha condotto probabilmente all'immediato tramonto della sua esperienza letteraria (vedi biografia), rispedendo nel limbo un testo tutt'altro che mediocre, au contraire, artefice di un vivace gusto narrativo.
Old Friends and New Fancies, come già detto, riprende dal romanzo più amato della Austen, Pride and Prejudice, esattamente a cento anni dalla sua pubblicazione...forse (è un'ipotesi), la Brinton sentì l'esigenza di celebrare il primo anniversario?! In questo caso, dovremmo riconoscerle, oltre al primo sequel austeniano, anche la corona di Prima Janeite della storia...!
Ciononostante, come rimarca il sottotitolo “an imaginary sequel to the novels of Jane Austen”, i luoghi, i personaggi, gl'intrecci sono tratti da tutti i sei romanzi canonici, molto coraggiosamente fatti convergere in un'ipotetica trama dagl'esiti insperati, quanto felici.
Credo di parlare a nome di tutte le partecipanti al GdL, affermando che la curiosità iniziale verso questo titolo ha preso origine dalla sua peculiarità in qualità di “opera prima”; uno stato di sospensione ed attesa ci ha lasciate in silenzio nei primi capitoli; ed una trama inaspettatamente funzionale e decisamente scorrevole ha finito per coinvolgerci sino all'inevitabile lieto fine.
Detto ciò, è facile indovinare la valutazione di questa lettura, indiscutibilmente il primo e, forse, proprio per questo, il migliore dei sequels austeniani.
Non è mia intenzione fare una classifica del genere, soltanto sottolineare la differenza sostanziale tra questo titolo e tutti quelli (buoni e meno buoni) che ne hanno ripreso l'idea, se pur a distanza di tempo e forti della scusante (non trascurabile) di fungere da semplici seguiti di un'invenzione altrui. E' noto che il mondo dei prequel, sequel, e spinoff, trae la propria ragion d'essere principalmente dall'intenzione (spesso palese) di cavalcare l'onda del successo di un certo romanzo, autore o argomento; la componente celebrativa dell'oggetto-sorgente emerge solo in parte, ciò allarga certamente i confini del pubblico fruitore, ma rende più ardua l'individuazione dei titoli realmente stimabili in un tale caos consumistico.
Quando la Brinton sperimentò il suo sequel, non c'era ancora quella fruibilità del genere che esiste oggigiorno, indubbiamente avrà pensato ai rischi di un tale salto nel buio...ma era forte della propria reale ammirazione e conoscenza dell'argomento "Austen", abbastanza da trovare l'ardire di pubblicare il suo personale tributo.
Sebbene incredula davanti all'insuccesso della Brinton, le sono affezionatamente grata per aver consegnato ai posteri i suoi sforzi, regalando l'emozione inattesa di un seguito incondizionato, privo di qualsiasi contaminazione esterna, colmo di sincera stima verso l'autrice di cui è strumento celebrativo e, senza alcuna riserva, atto di devozione.
Il libro riassume quasi naturalmente il fascino evocato dai sei romanzi austeniani; la scrittrice fa dono ai tanti personaggi di una nuova vita (...se si esclude la morte, a dir poco sconcertante, del caro Colonnello Brandon!), esattamente come ognuna di noi affezionate Janeites, almeno una volta, ha sognato di fare...ad occhi aperti sulla fine di un romanzo della Austen, o magari, ancora là in mezzo, tra le sue pagine, con il mento seduto nel palmo di una mano, pensierose e sognanti, sature eppure affamate di quelle immagini meravigliose, che solo Zia Jane era capace di creare.
Come le mie squisite compagne di lettura hanno rimarcato nelle loro reviews, l'inizio del libro ci ha lasciate, in parte, perplesse, trovandoci di fronte ad una Lizzy intraprendente, nelle vesti di una tessitrice di matrimoni, piuttosto lontana dalla discrezione propria del personaggio austeniano! Ben presto, però, la Brinton dev'essersi accorta che l'introduzione di Mrs Emma Knightley (ex Miss Woodhouse) nella trama, avrebbe creato un imbarazzante conflitto, come pure, resa evidente l'incongruenza di una Lizzy-Matchmaker, salvandone l'immagine dalla pericolosa alterazione nel rispetto del suo ruolo originale.
Se l'inizio del romanzo sembrava claudicare un poco, il suo incedere prosegue migliorando notevolmente, catturando l'attenzione del lettore grazie ad un progressivo complicarsi ed intrecciarsi degli eventi; brevi ma esaurienti passaggi c'informano sull'evoluzione dei personaggi dei romanzi austeniani, a tre anni di distanza da dove li avevamo lasciati; questo modo di scrivere fresco e diretto, unito alla scorrevolezza di un inglese scevro di ridondanze, induce il totale coinvolgimento nella storia, la quale avanza sempre più decisamente verso una risoluzione finale che, credo, avrebbe approvato persino la cara Zia Jane.
I protagonisti sono necessariamente quei personaggi rimasti in sospeso nelle cronache austeniane: Miss Georgiana, la deliziosa timida sorella di Darcy, ora confidente dell'acquisita sorella Lizzy, quanto improbabile futura sposa del beneamato cugino Colonnello Fitzwilliam; quest'ultimo, nelle vesti di scapolo ormai maturo, troppo educato e sensibile per osare deludere le aspettative dei neo-proprietari di Pemberley; la disarmante Kitty, sorella di Lizzy, maturata appena un poco dalla recente lezione scaturita dalla fuga imprudente dell'altra sorella, Lydia.
Sebbene i personaggi, fin qui citati, provengano dallo stesso romanzo (Orgoglio e Pregiudizio), la Brinton affianca all'eroina principale (Miss Georgiana) una rinnovata (è proprio il caso di dirlo!) Miss Mary Crawford (Mansfield Park), forse un tantino troppo diversa dal suo originale, ricondotta verso una modestia ed un'introversione che ricordano più direttamente Miss Jane Farifax, che l'intraprendente e superficiale Mary...un'incongruenza che mi sento di trascurare volutamente a favore della situazione narrativa che la vede oggetto del desiderio del caro Colonnello Fitzwilliam!
Interessante il confronto tra le personalità di Georgiana e di Kitty unite in un'amicizia che definirei a senso unico, quanto divise dall'amore più o meno sincero per l'aitante, quasi perfetto, Capitano William Price.
Divertenti gli scontri con Lady Catherine, le cattiverie appena affilate di Miss Bingley, quelle più spregiudicate e molto insinuanti di Mrs Jennings e le sorelle Steele, infine, le tirate d'orecchi di Mr Knightley alla sempre troppo entrante moglie Emma (smetterà mai di fare le veci di Cupido?!).
Invero, la trama articolata, i fraintendimenti posizionati ad hoc, gli efficienti ruoli-chiave dei personaggi secondari, hanno tutti contribuito a coinvolgermi nella lettura, monopolizzando la mia attenzione sino a farmi dimenticare ogni errore, ogni imprecisione...persino la mia scarsa comprensione della lingua inglese!
Non mancano le frasi poco liberamente riprese dai testi originali, con la semplice sostituzione dei nomi, come le situazioni molto simili, sebbene interpretate da personaggi che avrebbero dovuto reagire, forse, in modo più coerente col proprio carattere...ma ciò non mi ha pesato più di tanto, me ne sorprendo tuttora!
Probabilmente, il segreto di questa piacevole lettura sta proprio nel riutilizzo degli stessi ingredienti austeniani, se pur mescolati in una nuova ricetta, in cui la Brinton ha messo soprattutto la propria abilità di cuoca, cosciente dell'indubbia bontà di questi ed al riparo da ogni paragone, in quanto forte della sua natura inedita.
E quali sono questi ingredienti magici se non quelli cui il genio di Jane Austen ci ha irrimediabilmente abituato?

Semplice riconoscere il Pregiudizio, l'Orgoglio, la Persuasione, il Senno e la Sensibilità, cui forse manca un po' del condimento unico della Zia: il salubre ed immancabile sale dell'Ironia!



Alle origini di tutti i derivati austeniani 
(di Sylvia-66)
Valutazione: 4 AustenStars

I motivi di curiosità verso questo derivato da JA sono moltissimi e tutti ne giustificano ampiamente la lettura.
Innanzitutto, perché, secondo quanto la casa editrice Sourcebooks dichiara in copertina, questo è il primo derivato austeniano della storia: la data di prima pubblicazione, infatti, è il 1913 (un secolo esatto dopo P&P!). A buona ragione, dunque, lo possiamo ritenere antesignano e fondatore di un intero genere, divenuto oggi fenomeno editoriale assai prolifico.
In secondo luogo perché, essendo stato scritto in totale assenza di altri esempi simili, Sybil Brinton non ha avuto tempo né modo di essere influenzata dalla massa abonorme e sempre prolifica di derivati austeniani di ogni genere (letterario o cinematografico) e dalle loro libere interpretazioni, né dalle fanfiction. Insomma, in questa pioniera c'è proprio un grande amore per la materia asuteniana pura e semplice, senza alterazioni.

Georgiana (Tamzin Merchant) e Mr Darcy (Matthew MacFadyen),
dal film Pride and Prejudice, Universal, 2005

Infine, perché sulla base portante di P&P vengono inseriti una quantità di personaggi tratti da tutti gli altri romanzi di JA, trasformando dunque questo romanzo in una vera e propria summa di tutta l'opera austeniana, quasi come se si trattasse di un omaggio alla scrittrice ed al suo microcosmo letterario.

Il quadro da cui si parte è fedele alle note di chiusura lasciate da Jane Austen nell'ultima pagina di P&P.
Sono passati 3 anni e mezzo dal matrimonio di Darcy ed Elizabeth, i quali hanno già due figli (un maschio di 2 anni ed una femmina di pochi mesi) e vivono stabilmente a Pemberley con Georgiana, ancora nubile e timida. Hanno già ricucito i rapporti con Lady Catherine ma solo per il minimo indispensabile. I Bingley vivono a poche miglia da Pemberley, anch'essi con figli. Mr e Mrs Bennet, Mary e soprattutto Kitty non mancano di soggiornare a lungo presso le due figlie maritate.
Con grande soddisfazione di tutte noi Janeite, Mrs Brinton aggiunge che Lizzy e Darcy hanno intessuto rapporti di sincera amicizia con i Ferrars, in quanto Darcy ha affidato ad Edward una delle sue rectory, e con i Wentworth. Lizzy, Elinor ed Anne sono dunque grandi amiche: il che realizza una mia convinzione di sempre!
Ma aggiunge anche una nota di comicità raccontando di una Lydia, sempre fedelissima a se stessa, riluttante a partire per l'America al seguito del marito, Wickham.

Pemberley (Chatsworth House, North Derbyshire, UK),
dal film Pride and Prejudice, Universal, 2005

Tutti i personaggi vengono messi in campo fin dalle prime pagine ed il sovraffollamento provoca un lieve rumore di fondo un po' fastidioso... Forse perché siamo a Bath e, zia Jane insegna, quello è un luogo caotico per eccellenza... Ma poi la vicenda si sposta a Londra e Pemberley, i personaggi prendono tutti il proprio posto, e la storia comincia a concentrarsi soprattutto su Georgiana, Kitty e il Col. Fitzwilliam e le loro pene d'amore.
Come indicato nell'incipit del romanzo:
There is one characteristic which may be safely said to belong to nearly all happily-married couples - that of desiring to see equally happy marriages among their young friends [...]
Mrs Brinton, attraverso i Darcy, desidera "mettere a posto" le figure non sposate ma comunque meritevoli che zia Jane lascia in sospeso, soprattutto quelle di P&P.

Mi lascia perplessa che, dopo tutti questi anni, Kitty sia ancora così sciocca e futile, e Georgiana così timida ed insicura - la stessa zia Jane ci ha raccontato che la frequentazione dei Darcy e dei Bingley le hanno migliorata e maturate.
Ma il personaggio che mi stupisce di più è il Col. Fitzwilliam: molto insicuro, molto più sentimentale di quanto non sia in P&P, così diverso dal militare piacevolmente sicuro di sè in ogni frangente, soprattutto mondano. Qui è quasi troppo sentimentale e in balia degli eventi.
Gli unici che non ritrovo affatto - perché comprimari di lusso che discretamente vegliano sul balletto delle nuove coppie - sono i miei amati Darcy&Elizabeth ma credo che Mrs Brinton abbia fatto una scelta prudente ed intelligente, anzi, di buon gusto, proprio evitando di "rimaneggiare" questi due pezzi da 90! Un esempio del tutto ignorato dalle sue discendenti, come ben sapiamo...

Fitzwilliam and Elizabeth Darcy (Colin Firth e Jennifer Ehle,
Pride and Prejudice, BBC 1995)
Tuttavia, fondamentalmente tutti personaggi restano fedeli a se stessi: e questo è un grande merito di questo libro - abituati come siamo a derivati che fanno scempio delle caratteristiche di tutti i personaggi austeniani.

Il testo è scritto in un inglese piacevolissimo e scioglievolissimo
E, di certo, è bene aver letto tutti i romanzi per potersi gustare appieno le dinamiche ed i riferimenti
Se proprio devo trovare un difetto, posso dire che mancano l'ironia e lo sguardo acuto di Jane Austen... ma, ovviamente, di Zia Jane ce n'è stata solo una!


Motivazione: perché, oltre ad essere scritto bene sotto ogni punto di vista, è il libro capostipite del genere.