sabato 27 agosto 2011

Jane Bites Back di Michael Thomas Ford

Jane Bites Back*

Trama: Duecento anni dopo la sua morte, Jane Austen è ancora circondata dalla letteratura che ama—ora però lo è perché è la proprietaria della libreria Flyleaf Books in una sonnolenta cittadina universitaria a nord dello stato di New York.
Ogni giorno vede i suoi romanzi che vanno via come il pane—così come dozzine di sequel, spin-offs ed adattamenti non autorizzati. Jane può essere immortale, ma i suoi libri hanno preso una propria vita.
A peggiorare le cose, il manoscritto che aveva finito appena prima di essere trasformata in vampiro è stato rifiutato dagli editori per ben 116 volte! Jane desidera che il mondo sappia chi è, ma quando un’improvvisa svolta del destino la ricolloca ad centro dell’attenzione, è costretta a nascondere la sua vera identità—ed eludere un uomo oscuro che viene dal passato, mentre contemporaneamente si destreggia fra due corteggiatori del presente.
L’inimitabile Jane Austen sarà in grado di mantenersi fredda in questa commedia di buone maniere, o mostrerà a tutti cosa è in grado di fare una donna con uno spirito affilato… e con un set di zanne ancora più affilate?
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*Tradurre questo titolo è alquanto difficile, dal momento che si tratta di un gioco di parole, dove Jane Strikes Back sta a significare Jane Colpisce Ancora e Bites sta a significare Morde. Ma Jane morde ancora in Italiano sembra piuttosto forzato. Probabilmente se si dovesse tradurre il titolo in Italiano, bisognerebbe optare per qualcosa di leggermente diverso, sebbene noi Lizzies siamo totalmente a favore della traduzione letteraria, quando questa fosse possibile. 
Per gioco facciamo un referendum fra le Lizzies per vedere quali sarebbero le tre proposte scelte da noi:

LizzyGee: I Morsi di Jane Austen
LizzyP:  Miss Austen Vampyre
LizzyS: Jane Austen Vampira 



RECENSIONI

Una spassosissima parodia sul mercato letterario e sulle sue tendenze di LizzyGee (Valutazione: 5 AustenStars)
- I ri-MORSI di Jane di LizzyP (Valutazione 4 AustenStars)
- What Would Jane... Say? di LizzyS (Valutazione: 4 AustenStars)

Valutazione complessiva delle Lizzies: in fondo al post...


LIZZYGEE
Una spassosissima parodia sul mercato letterario e sulle sue tendenze
Voto: 5 Austenstars

L'edizione Brasiliana di Jane Bites Back
L'idea è strepitosa, la narrazione divertente. Naturalmente ha qualche pecca, perché le citazioni dal manoscritto del nuovo romanzo di Jane Austen (pardon Jane Fairfax), non sembrano assolutamente nel suo stile... ma si potrebbe giustificare con i suoi 234 anni di età e di esperienza (e chi non cambierebbe dopo due secoli?); tuttavia Constance sembra più un romanzo della Radcliffe, che della Austen, e ci vedo anche influenze un po' troppo Romance... Mi sembra quasi che l'autore abbia non abbia considerato il lavoro della Zia sotto la giusta prospettiva. A proposito di cambiamenti: ma vi sembra verosimile che dopo oltre un secolo, diciamo 150 anni trascorsi in America l'accento di Jane Austen sia ancora spiccatamente British? D'accordo che, a causa della sua natura vampiresca, la nostra adorata scrittrice fa una vita piuttosto ritirata, ma non credo che sia possibile che sia le sue abitudini che il suo modo di parlare non si siano minimamente evoluti... Assolutamente deliziosa, invece, la sua presa in giro di tutto il marketing intorno al nome di Jane Austen... e anche l'apprezzamento che suppone che la Zia, con tutta la sua ironia, possa manifestare nei confronti di Pride and Prejudice and Zombies (all'epoca in cui è stato scritto il romanzo ancora non era stato scritto Sense and Sensibility and Sea Monsters, per cui il toto-scommesse parlava di Vampiri e di Licantropi). 

Insomma: in definitiva questo libro è una parodia di tutti i cliché letterari del momento: gli spin-off su Jane Austen (ma non Jane Austen medesima!) - e i gadget! E vi assicuro che tutti i gadget citati nel libro esistono!!!; le dispute fra Austeniani e Brontiani (e non faccio spoiler, ma se sapeste!!!); i vampiri, con tanto di convention (letteraria, che avete capito?!) a New Orleans, e vaghi riferimenti ad Anne Rice e a Twilight (un cane di nome Jasper mi fa supporre qualcosa!).
Questo libro, pur essendo una parodia, però, dice una grandissima verità: Jane Austen è immortale!

P.S. Una chicca (giusto per farvi capire com'è costruito bene questo romanzo): indovinate CHI è il vampiro che ha trasformato Jane Austen? Un indizio: si fa chiamare Brian George; la trasformazione è avvenuta sul Lago di Ginevra e si tratta DELLO STESSO personaggio a cui si ispirò John William Polidori quando scrisse il primo racconto moderno sui vampiri, Il Vampiro, per l'appunto.


I ri-MORSI di Jane
Recensione di LizzyP
4 AusteStars
Avvicinarsi ad un spinoff d'ispirazione austeniana implica già una piccola dose di sana diffidenza, mescolare ingredienti base già ottimi previene il cattivo gusto della torta alla fine, ma se a questi se ne aggiungono altri di ben più esotica provenienza c'è il serio rischio che la ricetta sforni un pessimo risultato.
Con questo timore, ho sfogliato le prime pagine del romanzo di Ford, curiosa ed al tempo stesso incline a pensare di avere tra le mani una poco efficace zeppa da tavolo...ebbene, immaginate la sorpresa quando mi sono trovata a leggere un divertente e niente affatto impudente romanzo sulla Zia!
Jane Austen secondo Michael Thomas Ford
Inizialmente, immaginare Jane Austen costretta alla "vita eterna" per aver peccato una sola volta di lussuria mi ha disorientata, eppure, l'esistenza di un logico canovaccio di cause ed effetti (pur nel suo carattere volutamente fantasy) all'origine del suo stato d'essere, ha finito per convincermi a proseguire entusiasta la lettura.
Ford dimostra di essere ben informato sui soggetti del proprio romanzo, le citazioni come i riferimenti storici e biografici sono molti, sebbene, personalmente, abbia avvertito questa conoscenza soprattutto nella lezione austeniana di pungente ironia, sapientemente distribuita fra le pagine come una spezia dal profumo avvolgente che lega facilmente i sapori più dissonanti.
Ottimo espediente! La Zia avrebbe apprezzato!

Dopo lo shock iniziale di fronte ad una Miss Austen-Vampyre in ottima forma nonostante i suoi due secoli di età, ho dimenticato completamente l'incoerenza di protagonisti e contesto, trascinata dall'incalzare degli eventi saggiamente ritmati dai densi colpi di scena, soltanto i confronti fra passato e presente nelle riflessioni di Jane mi hanno ricondotto di tanto in tanto all'assurdità della situazione creata.
Ford ha scritto un romanzo che è assieme uno spinoff e la parodia di questi, ha colto l'occasione per prendere in giro e, in qualche modo, giudicare l'esteso e spesso maleodorante universo dei derivati, immaginando per noi come avrebbe potuto reagire la stessa Austen immersa improvvisamente in quell'ambiente, travolta da un'immediato quanto inspiegabile successo, tra pubblicità, recensioni, interviste televisive, fan impazzite e luci della ribalta, dopo secoli passati sotto false spoglie dietro le quinte del mondo, rammaricandosi di aver ceduto ad un languido poeta maledetto la propria innocenza e compiutezza umana.
Lo stravolgimento dell'esistenza sospesa di Jane è solo in parte negativo, serve a scuoterla dalla quotidianità che si è imposta nel fallace tentativo di ritrovare la normalità della vita di un tempo; proprietaria di una libreria di un tranquillo paese di campagna, dove mi è riuscito facile pensarla, Jane si ritrova nella paradossale situazione di vendere i propri libri senza poterli firmare, di ordinare bamboline con le sue fattezze per la gioia delle sue Janeites, di veder pubblicate decine di libri ispirati più o meno liberamente dai suoi romanzi e veder rifiutato il suo "Costance" per ben 116 volte, per non parlare del fatto ben più intollerabile di esser costretta a nutrirsi di sangue umano a dispetto dei suoi alti principi!
I suoi duelli con Brian* George sono divertentissimi, poiché in essi vi è tutta la confidenza della passata complicità, alcuni scambi non possono essere letti senza sorridere, sebbene addolciti da una nota di gentilezza nell'esposizione:

"Said Jane - Walter looked willing, and after all, you've been known to take a man or two into yours -
Byron looked away. - I knew I should have burned those letters, - he said.
- It's too late now, - Jane said gently. - They even mention them in Your Wikipedia entry. Besides, no one cares about that anymore. -"
"Jane disse - Walter sembrava interessato, e dopo tutto, sei noto per prendere un uomo o due fra i tuoi -
Byron guardò altrove - Credevo di aver bruciato quelle lettere, - disse.
- E' troppo tardi ora, - Jane disse delicatamente - Li hanno persino elencati sulla tua scheda di Wikipedia. Inoltre, nessuno si cura più della cosa. -"
Attenzione! Spoiler!
(Brian George è in realtà Lord Byron, il dialogo si riferisce ovviamente alle accuse delle sue relazioni omosessuali, scandalo tanto noto che lo obbligarono all'esilio nel 1816)

L'altalena fra dubbi sul presente e malinconia per il passato ricorre nei pensieri di entrambi per tutto il romanzo, come se lo stesso Ford rimpiangesse con Jane l'onestà di una vita d'altri tempi, forse, facendo interpretare al solo editore capace di riconoscere il genio nella massa di aspiranti scrittori, Kelly Littlejohns, il suo stesso pensiero, rimarcato in questo dialogo:

"He smiled again - Sometimes I think I was born in the wrong century.-
- I know just what you mean - Jane said."
"Egli sorrise di nuovo - Qualche volta penso di essere nato nel secolo sbagliato. -
- So bene cosa intendi dire - disse Jane."

L'action figure di Jane Austen
...e, confesso, di ritrovarmi perfettamente io stessa in questa affermazione.

Jane si trova ad affrontare molte difficoltà, indecisa su come procedere in un mondo in cui le sue carte non son più valide, affidando all'amica Lucy ogni sua confessione, così come una volta faceva con Cassandra, trovando conforto e, soprattutto, consiglio per dipanare i brogli, reagire agli eventi, superare i propri limiti imposti imparando, finalmente, a godere del lato positivo di una vita eterna.
L'incontro-scontro con la misteriosa Violet Grey, una scrittrice ossessionata dal romanzo di Jane (Costance) di cui rivendica assurdamente la maternità, aggiunge zucchero all'intera torta,  svelando la preferenza di Ford che, a mio parere, si diverte un mondo nell'immaginare le situazioni che vedono duellare le due donne, tanto da indurci a proporre l'enigmatica Violet dalla duplice identità (e non aggiungo altro!) come miglior cattivo dell'anno, se non fosse scusata per la sua evidente follia!
Un romanzo che mi attira inevitabilmente verso i prossimi, senza timore di veder corrompere il ruolo della Austen, certa ormai dell'affetto e del relativo rispetto che accomuna Ford a noi Janeites.


What would Jane... Say?
Voto: 4 AustenStars

Spesso, di fronte a certe espressioni particolarmente pittoresche dell'Austen Mania, mi chiedo come reagirebbe Zia Jane se solo potesse vedere come viene sfruttato il suo nome, anche a dispetto di tutto ciò che lei ha creato.
Altrettanto spesso, ed analogamente, mi chiedo come giudicherebbe la vita delle donne di oggi, incastrate e strapazzate tra lavoro, casa e rapporti sociali vari, di certo più emancipate di lei ma ancora oggetto di schemi mentali vecchi di millenni e molto poco femminili.
Non così spesso (ma può capitare), mi chiedo come la sfuggente Zia prenderebbe la notizia che un'altra grande della letteratura inglese, Charlotte Bronte, le viene sempre (e a sproposito) affibbiata come diretta antagonista, fino a creare due vere e proprie fazioni pervicacemente opposte tra loro.

Jane Goes Batty: il secondo libro della serie
Forse tutti noi austeniani ci poniamo domande di questo genere – e forse proviamo a darci delle risposte.
Ebbene, è in questo romanzo che Michael Thomas Ford ha provato a dare la propria versione della risposta a queste eterne domande, inserendo il tutto in una divertente trama vampiresca, molto leggera ma costruita su solide basi e condita di una buona dose di ironia.
(Uh, che penserebbe la Zia, divertita lettrice dei romanzi gotici di Mrs Radcliffe?..)

Quante scene e quanti scambi strappano più di un sorriso! Senza dubbio, l'antagonismo Austen-Bronte, che qui diviene parte integrante dell'intreccio, offre più di un'occasione.
Ma questa Jane, che ha opportunamente scelto il cognome Fairfax per non farsi scoprire; libraia ufficialmente ultra-quarantenne ma immortale; che dopo due secoli in un mondo sempre più globalizzato non ha perso un grammo della sua britannicità; vampira senza volerlo e solo per amore; attonita spettatrice ma sempre ironica commentatrice del teatrino commerciale costruito sul suo nome.. riesce anche ad ispirare malinconia - soprattuto quando ricorda la messa in scena per simulare la propria malattia e la morte, ed il dolore causato dal dover infliggere una tale sofferenza alla sua famiglia, ed in particolare alla sua amatissima e sempre intensamente evocata sorella Cassandra.
...la quale sembra affiorare nella personalità di una sua dipendente della libreria, tanto da ispirarle una sincera amicizia.

Jane Vows Vengeance:
il terzo e conclusivo volume della trilogia
La lettura è molto scorrevole ed i riferimenti alla vita, alle opere e alla personalità di Jane Austen sono ricchi e ben amalgamati all'intreccio.
Sì, i fantasiosi brani tratti dal presunto romanzo inedito di Jane (Fairfax) non sembrano affatto scritti da Jane (Austen) - dunque non mi stupisco che da due secoli se li stia trascinando alla disperata ricerca di un editore!... Non lo sembrerebbero neppure con l'occhio della fantasia, che pure qui è molto sollecitata... 
Ma il libro regala 300 pagine di svago leggero ma sensato, dimostrando che si può vampirizzare persino Zia Jane (e, con lei, qualche altro grande nome della letteratura inglese...) ma senza ledere alcuna maestà.
Già, nemmeno quando Mr Ford sceglie di avventurarsi in una riflessione delicata (anche per i riferimenti alle illazioni più recenti - e queste, sì, assai fantasiose - sui veri rapporti tra Jane e la sorella):
Men, she thought. The downfall of women since Adam blamed Eve for that stupid apple. She wondered briefly if it was too late to become a lesbian. “I'm sure they have just as difficult a time of it”, she said to the empty room. “Love is dangerous for everyone”.
["Uomini", pensò. "La rovina delle donne da quando Adamo incolpò Eva per quella stupida mela." Per un istante, si chiese se non fosse troppo tardi per diventare lesbica. "Sono sicura che è altrettanto complicato anche per loro", disse alla stanza vuota. "L'amore è pericoloso per tutti". (trad. di LizzyS)]

Valutazione complessiva delle Lizzies
Motivazione: perché, nonostante alcune pecche, offre 300 pagine di svago leggero ma sensato, con la stessa ironia pungente di Jane Austen. Un romanzo da tradurre assolutamente in italiano!

Link Utili:
Biografia di Michael Thomas Ford nella Galleria Ritratti di OF&NF
Leggi l'intervista a Michael Thomas Ford nel Parlour di OF&NF

7 commenti:

Phoebes ha detto...

Oh, mi avete davvero incuriosita!!! Speriamo davvero lo traducano in italiano, e che non scelgano un titolo troppo brutto! ;)

Gabriella ha detto...

@Phoebes: tu quale sceglieresti fra i tre titoli proposti da noi? :D

Io aspetto con ansia che arrivi presto Jane Goes Batty (che ho ordinato la settimana scorsa), per leggere il secondo episodio! :DDD

Phoebes ha detto...

Veramente non saprei! Quello che mi piace di più è "Miss Austen Vampyre", però è un po' troppo esplicito, e poi mi piace l'idea dell'originale di lasciare invece solo il nome Jane.
E' difficile davvero stavolta! Forse un'eventuale traduzione italiana potrebbe seguire quella che mi sembra essere un po' una moda recente e lasciare il titolo non tradotto. Bo!

Gabriella ha detto...

@Phoebes: non è male come idea, quella di lasciare il titolo invariato... ma così si perde un po' del gioco di parole. E comunque bisogna vedere il punto di vista di un eventuale editore italiano: il nome Austen attira naturalmente una grossa fetta di pubblico in più... E che Jane Austen sia un vampiro in questo libro non è un mistero fin dal primo capitolo, quindi il titolo esplicito non spoilera!
Se hai notato, in Brasile hanno optato per un titolo simile a quello proposto da LizzyS. Jane Austen la Vampira...

Miss Claire ha detto...

@Phoebes: Benvenuta cara! :) Cercheremo di convincere le case editrici italiane, la tua voce è importante per noi! ;)
Approvo il titolo in inglese, sebbene, concordi con @LizzyGee della necessità di un richiamo più appetibile per chi non conosce l'inglese, come del nome della Zia che da sola funziona come una calamita! :D

Anch'io sono in attesa del seguito, sono molto curiosa!!!

kim ha detto...

Vi ringrazio di avermi fatto scoprire questa serie! Ho riso fino alle lacrime (e ho fatto pratica con l'inglese, il che serve sempre). Grazie di cuore.

Gabriella Parisi ha detto...

kim: contente che ti sia piaciuta. Li hai letti tutti e tre? A noi manca ancora il terzo, ma lo leggeremo quanto prima: è troppo divertente. E poi faremo di tutto per fare tradurre la trilogia in italiano! :)

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