mercoledì 11 aprile 2012

Darcy and Anne di Judith Brocklehurst. Una bellissima eroina per un sequel di qualità

It is a truth universally acknowledged that Lady Catherine will never find a husband for Anne… 
È una verità universalmente riconosciuta che Lady Catherine non troverà mai un marito per Anne… 
Auto-pubblicato nel 2007 (Lulu) con il titolo di  A Letter From Lady Catherine, Darcy and Anne è stato ripubblicato da Sourcebook nel 2009, dopo la morte di Judith Brocklehurst, avvenuta nel'Ottobre 2008. Originariamente era un racconto, scritto sotto forma di lettera che Lady Catherine De Bourgh inviava al nipote, Mr Darcy. Quella short-story è diventata poi un romanzo, di cui la lettera di Lady Catherine costituisce il primo capitolo.
Scheda Libro
La prima edizione (Lulu)
Titolo: Darcy and Anne (It is a truth universally acknowledged that Lady Catherine will never find a husband for Anne…)
Autore: Judith Brocklehurst
Casa Editrice: Sourcebooks Landmark
Data pubblicazione: Settembre 2009 
(prima edizione A Letter From Lady Catherine – Lulu 2007)
Formato Paperback
Pagine:208
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DESCRIZIONE: Quando un incidente imprevisto conduce Anne fuori da Rosings e dalla dispotica influenza diretta di sua madre, ella diventa capace di pensare e di agire per se stessa per la prima volta nella sua vita. In compagnia dei suoi cugini Darcy e Georgiana e, naturalmente, della vivace Mrs. Darcy, Anne rivela un talento per la scrittura e una grande voglia di vivere. Nel frattempo Lady Catherine è determinata a scegliere un marito per Anne. Ma ora che Anne ha trovato il suo coraggio, non sarà facile governarla. Anne de Bourgh è un personaggio che suscita comprensione, la cui docilità e mansuetudine erano qualità richieste ad una donna dei suoi tempi. Ma, non appena si libera da queste aspettative, Anne scopre energia, indipendenza e anche il vero amore in un meraviglioso e gratificante romanzo di formazione.


                         LE RECENSIONI DELLE LIZZIES                         
LIZZYGEE: L’indipendenza di Miss Anne de Bourgh 
LIZZYP: "Storia romantica di una una donna e la conquista della propria identità"ovvero “Non tutti i mali vengono per nuocere!”
LIZZYS: La rivoluzionaria... discreta

 Recensione LizzyGee
L’indipendenza di Miss Anne de Bourgh 
Lady Catherine è decisa a condividere con Mr Darcy l’onere di trovare un marito per Anne: convinta che avrebbe sposato il cugino, la dispotica madre non si è preoccupata di farla debuttare in società, né di presentarla a Corte, come il suo rango le avrebbe consentito. Non le ha permesso di curare il suo aspetto, sebbene il padre, Sir Lewis, le avesse lasciato una bella somma da cui attingere annualmente, proprio in previsione del suo debutto in società. Inoltre l’ha fatta curare dal suo medico (e sappiamo quanto Lady C. sia convinta che le sue scelte siano inappellabili), che ha prescritto ad Anne dei farmaci che, non solo non l’hanno curata, ma l’hanno addirittura debilitata, rendendola perennemente malaticcia e anche dipendente dalle dosi di laudano somministratole. Non le ha consentito di imparare a suonare il piano, né di fare lunghe passeggiate. Semplicemente non le ha permesso di vivere una vita migliore, visto che aveva deciso fin dalla culla che avrebbe sposato Darcy, pertanto riteneva superflua ogni spesa atta a tale scopo. 
Ma quando Anne è costretta a cavarsela da sola, scopre che può farlo egregiamente e che, lontana dalla terribile influenza di sua madre (e soprattutto sotto l’influenza di Elizabeth Bennet in Darcy), può diventare una donna notevole. 
Olivia Williams in Miss Austen Regrets 2008
Il titolo della mia recensione richiama fortemente il romanzo di Colleen McCullough: L’indipendenza di Miss Mary Bennet, perché in esso ho visto molte affinità con il romanzo della scrittrice australiana: la crescita psicologica - e nel caso di Anne anche il miglioramento fisico. Allo stesso tempo, ritengo questo romanzo un ottimo sequel (al contrario del libro della McCullough, che continua ad essere una delle mie scrittrici preferite, ma non per quanto concerne il suo romanzo austeniano, troppo poco fedele all’originale), per la coerenza dei personaggi con gli originali di Jane Austen e per le soluzioni scelte da Judith Brocklehurst per il loro “futuro”
Unico personaggio che è stato un po’ troppo esasperato, rivelandosi una sorta di macchietta di se stessa è Lady Catherine de Bourgh, protagonista dell’apertura e della chiusura del libro, con due lettere altamente ironiche e ridicole, del genere che Mr Bennet ama leggere a Lizzie, strappandole sorrisi divertiti.
I personaggi creati dalla Brocklehurst sono attendibili e si inseriscono perfettamente nel racconto. Il suo stile è in sintonia con quello di Jane Austen, a cui spesso fa riferimento con citazioni da Orgoglio e Pregiudizio.


Anthony Howell - Roger Hamley in Wives and Daughters1999
A due romanzi ho pensato mentre leggevo la Brocklehurst: in primo luogo Wives and Daughters di Elizabeth Gaskell, per la somiglianza del suo protagonista maschile, Roger Hamley, con il protagonista di Darcy and Anne, Edmund Caldwell; e, naturalmente, al breve romanzo giovanile di Jane Austen Lady Susan, perché c'è un po' di Lady Vernon nella Lady Catherine de Bourgh della Brocklehurst... e anche un po' di Frederica in Anne. E non vi svelo di più, o incorrerei nello spoiler!
Una lettura gradevolissima, per una protagonista inaspettata, ma non così insospettabile. In fondo tutti ci siamo chiesti: come sarebbe Anne de Bourgh se non avesse quella madre così tirannica?


Recensione LizzyP
"Storia romantica di una una donna e la conquista della propria identità"ovvero
“Non tutti i mali vengono per nuocere!”
 
Ricordate come si è concluso Orgoglio e Pregiudizio? Già, domanda sciocca!
E rammentate i destini dei suoi protagonisti? Altra domanda ovvia...
E ricordate, invece, l’esile muta figura di Miss Anne De Bourgh, figlia dell’intrattabile Lady Catherine? Ed il suo, di destino, vi siete mai chiesti che direzione avrebbe potuto prendere? ...
Anne De Bourgh (Rosamund Stephen - Pride & Prejudice 2005)
Il ruolo di Anne in O&P consisteva molto chiaramente nel contrapporre un’alternativa ad Elizabeth Bennet agli occhi dell’ambito Mr Fitzwilliam Darcy, scelta inesistente, per noi lettori, dettata unicamente dalle calcolate subdole manovre di “Sua Maestà” Lady Catherine De Bourgh e della sua inappellabile decisione di destinare la figlia sin dalla nascita a futura signora di Pemberley.
Ci è parso inesistente anche un confronto a livello di personaggi, vista la distanza caratteriale e diversità d’animo che incarnano Lizzy ed Anne, fatto che rende persino impossibile un paragone sensato tra le due donne.
La cara Zia Jane, nella sua profonda conoscenza dell’animo umano, non ha mancato di descriverci con poche, esemplari pennellate il ritratto di Anne: pallida, timida, silenziosa, timorosa nell’agire e nel parlare, persino nel pensare, ci sembra, qualcosa che non sia approvato o, come d’abitudine, imposto dal volere della madre dispotica. Ci è chiara anche la sua posizione disinteressata nei confronti di Darcy, come l’indifferenza che è più rassegnazione verso il ruolo addossatole dalla madre, di “rivale” di Lizzy.


Anne e Darcy in una scena di P&P 2005
Ciò che ignoriamo, o meglio, che è lasciato all’immaginazione del lettore, è la possibilità di una volontà autonoma di Anne: i desideri, le aspirazioni, i pensieri liberi dal controllo materno, tutto il sommerso non-detto dalla Austen e, forse, lasciato indefinito come un indizio, un punto preciso in cui cercare la vera Anne e la propria identità.

Judith Brocklehurst ha colto l’indizio, ha immaginato i pensieri di Anne dietro al velo grigio dell’apatia, ha tolto le sbarre della sua prigionia, le ha dato voce e l’occasione di scoprire la propria identità.
Darcy and Anne è un sequel delizioso, curato e rispettoso dello stile austeniano, è un piacevole diversivo nell’universo dei derivati di O&P esattamente per la scelta di questa protagonista, le cui vicende precedenti ci erano note, soprattutto, attraverso le puntuali cronache di Lady Catherine, della quale più che una cara figlia, pare un’appendice di un volume su "I diritti e doveri di una proper Lady" (secondo Lady De Bourgh, naturalmente!).
La trama è ben articolata, l’origine di tutto è nella lettera che Lady Catherine invia al nipote (Mr Darcy), incipit del romanzo, dove l’imperativo è scritto a chiare lettere “Anne deve prendere marito e tu Fitzwilliam, mi aiuterai!”... un ordine che è un po’ volere, un po’ vendetta verso colui che ha sconbussolato i suoi piani matrimoniali e, diciamolo, "patrimoniali", che mette in moto una storia verosimile e appassionante per le conseguenze che genera.

Lady Catherine De Bourgh (Judi Dench - Pride & Prejudice 2005)
Lady Catherine ed Anne partono, dunque, alla volta di Pemberley, direi addirittura “in missione”, mettendo in ambasce Darcy ed Elizabeth, la cui salute crea già pensieri per il suo stato di gravidanza... ciononostante, la famiglia si prepara ad accogliere le due donne, ma qualcosa va storto... o meglio, qualcuno! Patatrac!
Il destino ci mette lo zampino (è proprio il caso di dirlo!) e Lady Catherine si trova, suo malgrado, vittima di un incidente! Niente di grave, s’intende! Ma lascio a voi lo spasso di leggere la situazione comica che la costringerà a fermarsi lungo il viaggio, lasciando ad Anne (inconsapevolmente) l’occasione per mettersi alla prova.
Anne si trova finalmente fuori dalla palla di cristallo, libera dai fili di marionetta, improvvisamente ad un passo dalla vita vera.



La lucidità e l’energia che fluiscono fra mente e corpo, disintossicati dai medicinali, dal laudano e dal comando perenne della voce materna, sono una novità e una sorpresa meravigliosa. Anne scopre le proprie forze, impara a pensare con la propria testa, si nutre delle emozioni e delle possibilità che la situazione inattesa le ha posto di fronte: Anne è, per la prima volta, padrona del proprio vedere, sentire, pensare, amare... padrona del proprio destino.

Mr Bennet (Benjamin Whitrow in P&P 1995)
Le vecchie e le nuove conoscenze intervengono nella trama senza confondere il ritratto austeniano ufficiale, anzi, se possibile, aggiungono qualche dettaglio in più, ad esempio, nel personaggio inesplorato di Mr Bennet che instaura un ottimo rapporto di confidenza con Anne, oppure, in Georgiana, la quale definisce la sua identità, rafforzando la somiglianza caratteriale con il fratello maggiore.
Infine, il desiderio della Brocklehurst di far somigliare Anne alla sua vera madre, Jane Austen, affidandole penna e calamaio e la precisa ambizione di guadagnarsi da vivere scrivendo.

Recensione LizzyS
La rivoluzionaria... discreta 
Anne De Bourgh inevitabilmente suscita la mia sincera compassione ogni volta in cui leggo P&P. La sua condizione di figlia tiranneggiata da una madre come soffocante e dispotica come Lady Catherine la fa imporre alla mia attenzione come personaggio tragico, ingiustamente condannata ad una non-vita
Come ho già avuto modo di dire altrove, Lady Catherine assume su di sé il ruolo del padre dopo la morte del marito: l'intento sarebbe legittimo e ammirevole se non fosse che la sua natura soverchiante, tutta tesa a salvaguardare l'unico bene rimastole, purtroppo, le fa scelgiere il modo sbagliato. Sua Signoria cura i propri interessi (in cui affetto e calcolo sociale si mescolano fino a confodersi) con la freddezza ed il piglio di un amministratore, spesso accecata dall'obiettivo...
In breve, chiudendo P&P e pensando alla povera Anne, è inevitabile desiderare per lei un destino di riscatto e libertà.
Mr Collins e Charlotte con Anne e Mrs Jenkinson
Non sappiamo se Jane Austen, che continuava a pensare ai propri personaggi come a persone reali anche dopo la pubblicazione dei romanzi, avesse immaginato qualcosa anche per Miss De Bourgh. Eppure, credo basti partire da ciò che è già scritto in P&P.
Esattamente come ha fatto J. Brocklehurst: la fedeltà al romanzo è evidente e non sconfina mai nella mera imitazione. Anzi: poiché, al contrario di Miss Darcy, che può contare su un fratello ed una cognata che la spingano ad emergere dalla bambagia, Anne deve fare tutto da sola.
Nadia Chambers e Harriet Eastcoat
(Anne De Bourgh e Mrs Jenkinson in Pride and Prejudice 1995)
Lontano da casa, un incidente occorso a sua madre le lascia quel tanto di libertà da dover imparare a gestirsi da sola in un mondo nuovo, tutto da scoprire. 
L'autrice regala così ad Anne un carattere sempre riservato ma determinato, che scopre e dispiega la propria forza (morale e persino fisica). Soprattutto, sembra offrirle un destino che forse noi tutti Janeite desideriamo fosse stato quello di Jane Austen stessa, cioè poter vivere d'arte (la sua scrittura) e di amore.
Sì, Anne scopre di avere un grande talento, la scrittura, ed impara a sfruttarlo pienamente.
E sì, Anne trova sulla propria strada anche l'uomo perfetto per lei
Nei miei sequel mentali, ho sempre pensato al Col. Fitzwilliam (oh, quanti divertenti confronti ho creato, nella mia fantasia, con una recalcitrante Lady Catherine, che vede nel matrimonio con un cadetto, anche se suo nipote, un'indegna fine per la sua preziosa figlia!)... 
Ma J. Brocklehurst crea un personaggio nuovo, eppure perfettamente austeniano, Edmund Caldwell.
Girl sketching di Sir Henry Raeburn
Fa piacere ritrovare altri personaggi molto amati, a cominciare da uno splendido Mr Bennet (che con la propria discrezione aiuta in qualche modo il talento di Anne); un'incorreggibile Mrs Bennet, sempre in difesa di Lydia, la figlia preferita; Caroline Bingley, trattata come una vecchia zitella alla quale bisogna trovare marito...
Ma ovviamente, su tutti svetta LEI.
Fin dall'inizio, leggendo una fatale lettera inviata da Ronsings a Pemberley, che contiene la scintilla che accende il motore dell'intero intreccio, ritroviamo una Lady Catherine addirittura scoppiettante nelle sue solite intemperanze. Esemplare il momento in cui, impegnata a discutere con Darcy a proposito del gran rifiuto di Anne a sposare l'uomo scelto dalla madre, riesce ad alternare le sue invettive con perentori consigli di giardinaggio. Nel prosieguo, riuscirà a stupirci (sì, anche lei, come sua figlia), pur restando fedelissima a se stessa. 

Questo Darcy & Anne è dunque un ottimo sequel che dà espressione al desiderio di tutti i lettori di vedere Anne finalmente libera e felice e... in ottima salute!
Inevitabili le mie 5 Austenstars.
Conclusioni
Cosa aggiungere alla fine di un tale percorso netto? 
Nelle nostre recensioni abbiamo elencato tutti i buoni motivi che rendono lo spinoff della Brocklehurst degno di un'edizione italiana, così come la nostra trascurata Anne De Bourgh ha meritato un finale diverso da quello cui la destinò la cara Zia Jane, sebbene, il suo intento fosse esattamente quello di individuare un certo tipo di persona, per fortuna o per sfortuna destinata a vivere in una prigione dorata, come scrive meglio la nostra LizzyS, condannata ad una "non-vita".
Davvero un'ottima lettura!

1 commenti:

Nina Pennacchi ha detto...

Meraviglia! Lo voglio lo voglio lo voglio

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