lunedì 12 agosto 2013

Recensione "Lady Susan Plays the Game" di Janet Todd

Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,

in questi giorni d’estate ci siamo presi una piccola vacanza da Pride and Prejudice e dai suoi derivati, rivolgendoci ad altre Austen Inspired Novels.

La nostra carissima amica Tintaglia, una di coloro che possono fregiarsi dell’appellativo di “Quarta Lizzy”, ha proposto a LizzyGee la lettura di Lady Susan Plays the Game di Janet Todd, un libro da poco pubblicato da Bloomsbury. 
Janet Todd è una studiosa di Jane Austen e di tutte le prime scrittrici della letteratura inglese, così, la sua trasposizione di Lady Susan da forma epistolare a romanzo tradizionale si preannunciava molto interessante.

Ma si sa, quando è la coppia Tintaglia/LizzyGee a leggere in tandem, il risultato è quasi sempre scontato... un disastro!
Non che il romanzo sia poco fedele all’originale o che i personaggi sembrino diversi da quelli creati da Jane Austen; tuttavia, fin dalla prima pagina... noia mortale... yawn... zzzz



SCHEDA LIBRO
Autore: Janet Todd
Titolo: Lady Susan Plays the Game
Casa Editrice: Bloomsbury Reader
Pagine: 303
Data Pubblicazione: 15 luglio 2013

Sinossi: Una lettura obbligata per ogni appassionato di Jane Austen, il riadattamento in versione romanzata del romanzo epistolare di Jane Austen Lady Susan catturerà la vostra immaginazione letteraria e farà accelerare i battiti dei vostri cuori.
L'unica anti-eroina di Jane Austen, Lady Susan, è una bella e affascinante vedova che si è ritrovata, dopo la morte del marito, in una posizione d'instabilità finanziaria e gravata dal peso di una figlia nubile, goffa e iper-sensibile. Con la sgradita prospettiva di dover trascorrere la vita vedovile in campagna, Lady Susan intraprende una partita seria e manipolatoria per assicurarsi di poter restare in città con la sua principale passione: i tavoli da gioco. Inevitabilmente, quando si troverà ad affrontare la linea di comportamento della famiglia del marito defunto, l'identità di un misterioso benefattore e una storia di passione con un uomo sposato, ne conseguirà un grande scandalo.
Accurato e fedele allo stile di Jane Austen, come si addice alla posizione della Todd in qualità di studiosa della Austen, questo secondo avvento di Lady Susan è scioccante, manipolatorio ed esilarante come la prima volta che è stato concepito da Jane Austen.


Ringraziamo la nostra graditissima ospite per essere venuta a farci visita nel nostro umile salotto. 
Potete seguire i commenti utilizzando la 

LEGENDA:
LizzyGee scrive in Georgia Verde
Tintaglia scrive in Trebuchet Lilla

RECENSIONE
Meglio un saggio su Lady Susan
e 1/2

Ho sempre considerato Lady Susan un piccolo gioiellino, una delle prime dimostrazioni della grandezza di Jane Austen nel creare personaggi a tutto tondo che dimostrano la fallacità della natura umana nei suoi grandi e piccoli difetti, negli sbalzi di umore, nella sua contraddittorietà. Inoltre Jane Austen è riuscita a farlo in un romanzo molto breve, con poche lettere che ci hanno fatto leggere nei cuori di chi scriveva tali missive, evitando inutili spiegazioni.



Rapidissima premessa anche per me: io adoro Lady Susan. So che la Austen non ne era soddisfatta, tanto che lo lasciò non pubblicato e non ritornò nei romanzi successivi né alla forma epistolare (se non per prime stesure poi modificate  e invece, debolezza mia, in genere mi delizia) né all'ambientazione "nobiliare" (ambiente che le era lontano) , tanto meno, rendendo protagonista e motore della vicenda un personaggio amorale come Lady Susan; eppure proprio per queste ragioni lo trovo divertentissimo e rinfrescante, e ho sempre seguito con affascinato orrore i maneggi della gentile signora. Proprio perché il centinaio di pagine dell'opera e la sua protagonista hanno tanta verve, avvistando questo retelling mi pregustavo sogghigni complici e franche risate, sottovalutando la maledizione letteraria che affligge l'accoppiata di lettrici Tintaglia LizzyGee e l'abnorme mancanza di senso dell'umorismo da cui può essere afflitta una studiosa austeniana. Comunque.
Permettimi di dissentire: di solito gli austeniani non sono privi di senso dell'umorismo. Forse è l'esimia Professoressa Todd a esserlo!



Già dal 1794, dunque, la Austen riusciva a essere essenziale, esattamente come più avanti nei sei romanzi canonici, in cui una sola riga di dialogo bastava – grazie a parole sapientemente studiate e calibrate – a farci comprendere ciò che un altro autore avrebbe espresso in due pagine.
Questo breve preambolo per dirvi che – sebbene la prima volta che l'ho letto abbia pensato che il finale del romanzo fosse forse un po' troppo affrettato – secondo me Lady Susan non aveva bisogno di aggiunte, di spiegazioni, di antefatti e di ulteriori epiloghi.
Ma infatti speravamo in qualche retroscena piccante, dialoghi brillanti e un pacco di risate a domicilio. ç.ç Non chiedevamo certo un capolavoro!
Sì, effettivamente avrebbe potuto essere molto intrigante...


Keira Knightley in The Duchess 2008
Forse, se Jane Austen fosse vissuta qualche anno in più, avrebbe potuto mettere lei stessa mano a questo piccolo romanzo di gioventù e trasformarlo da epistolare in romanzo tradizionale, come aveva già fatto con Elinor e Marianne, che divenne Sense and Sensibility (e come alcuni credono abbia fatto con First Impressions/Pride and Prejudice). 
Forse, ma non credo: è molto lontano da tutto quello che ha scritto in seguito per due motivi fondamentali, ovvero una protagonista moralmente  ehm  dubbia, e l'ambientazione nobiliare, molto più altolocata di tutti gli ambienti in cui si muovono i suoi eroi successivi, persino in Mansfield Park. Non so, secondo me Jane Austen lo considerava un "errore di gioventù", l'esplorazione di un territorio diverso ma che le si confaceva. Poi, che i suoi "errori" siano piccole gemme è interamente dovuto al fatto che fosse un genio. ^^ E, chiaramente, tutto questo è una mia opinione. :)
Non credo proprio che sia solo la tua (che Jane Austen fosse un genio). Riguardo a 'trasformare' Lady Susan, forse hai ragione, ma supponiamo che fosse vissuta altri 40 anni e a un certo punto avesse esaurito l'estro creativo? :DDD


Ma Janet Todd, per quanto sia esperta di Jane Austen  su cui ha scritto numerosi saggi  non riesce a catturare i lettori nella storia di Lady Susan Plays the Game. Innanzi tutto, appiattisce i personaggi pur aggiungendo e moltiplicando lo spazio loro dedicato con descrizioni, retroscena e introspezioni prive di ogni scintilla dell'originale ironia.
Aggiungerei una cosa: ti trovi per le mani un personaggio brillante come Lady Susan, assumi il suo punto di vista, e non riesci a fare altro che a descrivere piattamente i suoi intrighi: col risultato che più che una brillante stratega (e lo era, in campo sociale) mi è sembrata una'intrigante senza talento, che se la sfanga solo perché gli altri personaggi sono ancora più scemi di lei. Non è nemmeno brava a flirtare, o a far danzare gli uomini alla sua musica: attrae attenzioni perché è bella, ma per il resto di una vivacità da dormitorio per anziani. Taccio sugli altri personaggi, in quanto devo ancora capire perché mai dovrei trovare fascinoso al limite dell'irresistibilità Mr. Manwaring, al di là dei suoi gusti in camera da letto.


Poi, fattore importantissimo per il mio gusto personale, i dialoghi, che servono a far interagire i personaggi e a snellire il testo dando respiro al lettore, sono ridotti all'osso, per cui ci troviamo oberati da una sorta di cronaca pesante e continua in cui non riusciamo mai a tirare il fiato. A che pro, dunque, trasformare il romanzo da epistolare a tradizionale, se i dialoghi dovevano rimanere comunque penalizzati?
Ti do ragione parola per parola.
Il risultato è dunque di una noia mortale: persino quando entriamo in camera da letto di Lady Susan e assistiamo ai suoi giochi erotici con frustino con Mr Manwaring non riusciamo a sopprimere uno sbadiglio!
Facciamo anche due, di sbadigli. =.=


Tutta la verve e la doppiezza della protagonista, che cambia atteggiamento nel passare da un'epistola all'altra a seconda del destinatario, si perdono
Tenta di renderli nei pochi dialoghi con personaggi differenti, ma ci riesce malamente; e ribadisco, pur avendo il punto di vista di Lady Susan, non riesce a sfruttarlo per farci entrare in quello che ho sempre immaginato come un diabolico cervellino sempre in moto.

Fairuza Balk in Valmont 1989
Il personaggio di Frederica, se da una parte è presentato in modo più completo rispetto al romanzo di Jane Austen, in cui, non essendo una delle autrici delle lettere viene mostrata solo grazie ai riferimenti della madre e di Mrs Vernon, sua zia, dall'altra giustifica quasi il disappunto di cotanta madre nel ritrovarsi una figlia così agli antipodi da lei, ingenua e timorosa al punto da far temere al lettore un ritardo mentale, un'ottusità che sembra essere acuita anziché alleviata dalla lettura dei romanzi a puntate, nelle cui eroine, Pamele, Clarisse, Cecilie, ecc, si identificherà senza neanche comprendere a fondo tutte le avventure a cui sono soggette e cosa sia la virtù che proteggono così strenuamente (e che alcune di esse perdono).
Io ho solidarizzato con Lady Susan, a causa della figlia. Frederica non è un'ingenua ma amabile creatura: è davvero al limite (e non giurerei non superato) del ritardo mentale. È stolida, inerte, buona della bontà degli insipidi, priva di qualsiasi attrattiva: l'avrei presa a ceffoni giusto per contrastare la noia che mi induceva.

Glenn Close e John Malkovich in Le relazioni pericolose 1988
Ho sempre considerato Lady Susan un omaggio ingenuo e privo di malizia a Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos. Dopo Lady Susan Jane Austen, che non avrebbe mai scritto di quel che non conosceva di prima mano, non fece mai affrontare alle sue eroine delle situazioni in cui la loro virtù o quella delle coprotagoniste fosse in gioco. E anche quando i cattivi di turno riescono a circuire dei personaggi più o meno secondari, la scena rimane latente e ci viene riportata di seconda o di terza mano, proprio come ne sarebbe venuta a conoscenza la stessa Jane.
Non ci avevo mai pensato. :) È possibile, anche se in tono molto minore: le macchinazioni della Marchesa e del caro Visconte sono a ben altri livelli, e in Lady Susan manca la crudeltà gratuita che costituisce il loro motore. (E l'ho detto io: ingenuo e privo di malizia, dopo tutto Jane Austen non aveva nemmeno vent'anni! Fra l'altro, la Todd lo nomina in Lady Susan Plays the Game proprio come uno dei romanzi preferiti della protagonista).
...certo che la cugina Eliza portava dei libracci in casa Austen (perché scommetto che, se il libro è arrivato nel rettorato, è perché lo ha portato lei! XD)


Lucy Cohu Eliza de Feuillide in Becoming Jane 2007
Lady Susan come la Marchesa di Merteuil e Frederica come Cécile de Volanges, dunque; tuttavia manca la presenza forte e sensuale di un Visconte di Valmont, che sarà rappresentato in seguito da Wickham, da Willoughby e da Henry Crawford, ma che non potrà mai essere un allocco come Sir James Martin, forse perché in Lady Susan Jane Austen ha preferito rappresentare il genere maschile come perdente e  nonostante l'età che la qualifica come 'non più accasabile'  alla mercé di una donna che riesce a cadere sempre in piedi, malgrado tutto. (Ci voleva Janet Todd per abbatterla.)

Fairuza Balk e Annette Bening in Valmomt 1989
In conclusione non sappiamo se da una traduzione questo romanzo possa guadagnare in vivacità. Non possiamo neanche dire che non sia una fedele trasposizione del romanzo di Jane Austen, visto chi ne è l'autrice. Possiamo solo consigliare per il futuro alla Professoressa Todd di limitarsi a scrivere tanti saggi su Jane Austen e di risparmiarci oltre trecento pagine di sbadigli perché, nonostante la sua brevità Lady Susan non ha bisogno di spiegazioni: chi ama Jane Austen ha imparato anche solo dai suoi romanzi o dalle sue lettere a non essere ottusa come Frederica!

Hai detto tutto tu. :) Io, da questa riscrittura, ho imparato solo a temere una figlia come Frederica. Altroché. XD 

Francamente di questo romanzo noiosissimo non consigliamo la traduzione: se proprio ci tenete, andatevi a rileggere Lady Susan, l'originale!



Ringraziamo Netgalley e Bloomsbury per averci permesso di leggere questo libro.

Intanto, però, ci auguriamo di essere più fortunate la prossima volta che LizzyGee e Tintaglia decideranno di leggere un libro per recensirlo su Old Friends & New Fancies...

L'AUTRICE
Janet Todd è una studiosa di fama internazionale delle prime scrittrici. Ha editato l'opera completa della prima scrittrice di professione inglese, Aphra Behn, e della femminista Illuminista Mary Wollstonecraft, come anche di Charlotte Smith, Mary Shelley ed Eliza Fenwick e i diari della truffatrice Mary Carleton.
Jane Austen è la principale editor dell'edizione Cambridge in 9 volumi  delle opere di Jane Austen e di Jane Austen in Context e del Cambridge  Companion to Pride and Prejudice. Fra i lavori di critica si annoverano Women’s Friendship in Literature, The Sign of Angellica: Women, Writing and Fiction 1660-1800 e Cambridge Introduction to Jane Austen. Ha scritto quattro biografie: di Aphra Ben e tre donne a lei collegate, Mary Wollstonecraft, sua figlia (Mary Shelley) e le sue aritsocratiche allieve irlandesi. 
Negli anni '70 Janet Todd ha insegnato negli Stati Uniti, e in questo periodo ha avviato la prima rivista dedicata alle donne scrittrici. Di ritorno nel Regno Unito, negli anni '90, ha fondato la rivista Women’s Writing. Janet ha avuto una vita girovaga e impegnata e ha insegnato nelle università del Ghana, degli Stati Uniti e di Porto Rico, come anche in Inghilterra e in Scozia. Attualmente è professore emerito dell'università di Aberdeen e vive a Cambridge.
Fra le sue opere ricordiamo: Lady Susan Plays the Game, Mary Wollstonecraft, Death and the Maidens, The Secret Life of Aphra Behn.

3 commenti:

Ludo ha detto...

Oh, no. Io lo tenevo d'occhio piena di speranze: ne aveva annunciato l'uscita Simon Thomas (http://stuck-in-a-book.blogspot.it/2013/08/stuck-in-books-weekend-miscellany.html), che era rimasto positivamente colpito da uno dei lavori precedenti dell'autrice, Death and the maidens.

Questo era un libro che mi sconfinferava parecchio.

A proposito di Lady Susan, anche a me piace parecchio e credo che risenta un po' delle opere di Frances Burney e, probabilmente, è anche per questo che lo apprezzo (rimango sempre intrigata dalle sue ambientazioni anche in odore di nobilità.)

Anonymous ha detto...

Sconfifferava anche noi. =.= Non ti dico che depressione quando ci siamo rese conto che sbadigliavamo tutte e due a pagina trenta...

Tintaglia

Gabriella Parisi ha detto...

Per la verità io sbadigliavo anche prima, l'ho detto a Tintaglia, che questa volta era più fiduciosa di me... yahwn...

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