Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,
Recensiamo oggi un libro letto da LizzyGee nell'ambito del Mansfield Park Bicentenary come lettura libera.
Si tratta di uno Young Adult di un'autrice che si rivela subito molto interessante, Claire LaZebnik, che ha scritto ben quattro retelling austeniani in chiave moderna.
THE TROUBLE WITH FLIRTING
è stata una splendida scoperta e noi Lizzies ci riserviamo di leggere gli altri tre derivati, Epic Fail (Pride and Prejudice), The Last Best Kiss (Persuasion) e Wrong About the Guy (Emma, che uscirà ad aprile 2015) per confermare la LaZebnik come una delle più intelligenti autrici di YA.
SCHEDA LIBRO
Autore: Claire LaZebnik
Titolo: The Trouble With Flirting
Casa editrice: Harper Teen
Pagine: 336
Data pubblicazione: 26 febbraio 2013
Descrizione: Franny quest'estate avrebbe dovuto lavorare, non flirtare. Ma non le si può fare una colpa se Alex e Harry sono lì intorno...
Franny Pearson non avrebbe mai pensato di poter frequentare il prestigioso programma estivo Mansfield Summer Theatre Program. Infatti, tecnicamente, non è così. Franny lavora per la zia, la costumista del programma; ma fare l'aiuto-costumista le dà l'opportunità di trascorrere del tempo con Alex Braverman, il ragazzo per cui ha una cotta. Se solo a lui interessasse la ragazza che gli fa l'orlo ai pantaloni quanto la prima donna...
Quando Harry Cartwright, un famigerato donnaiolo, mostra più di un amichevole interesse per Franny, lei pensa che divertirsi un po' non farà male a nessuno. Ma poi la loro disinvolta avventura si fa più complicata, e Franny non può continuare a fingere che si tratti solo di un flirt estivo... E come mai Alex comincia all'improvviso a rivolgerle quegli sguardi profondi ed eloquenti?
In questo affascinante racconto di messaggi ingarbugliati e fraintesi, una sola cosa è chiara: flirtare può portare più guai di quanto ci si aspetti...
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RECENSIONE di LizzyGee
Se Jane Austen fosse vissuta ai giorni nostri...
Ho gradito moltissimo questa trasposizione Young Adult di Mansfield Park, in primis perché molte delle sue situazioni mi hanno fatto vedere il romanzo austeniano sotto una luce diversa.
Ebbene sì, non so se la LaZebnik abbia avuto un'illuminazione o se sia stato un caso che, nel tentativo di far vivere a personaggi dei giorni nostri le situazioni di Mansfield Park, questi abbiano messo in evidenza dei piccoli dettagli importantissimi che nel romanzo di Jane Austen restano celati.
Fatto sta che grazie a The Trouble with Flirting ho avuto delle piccole folgorazioni su quello che per molti è il più ermetico dei romanzi austeniani.
Franny Pearson è in tutto e per tutto uguale a Fanny Price: è una brava ragazza, ma vive in un ambiente che è al di sopra delle proprie possibilità e nutre una tacita invidia per tutti i suoi coetanei più fortunati. Non è Miss Simpatia, dunque.
Il divorzio dei genitori l'ha costretta a molti cambiamenti, tra cui una situazione economica più problematica. La ragazza aveva un certo talento per la recitazione, ma è stata costretta a rinunciare al programma di teatro della sua scuola per puntare a un'attività che le consenta di ottenere una borsa di studio per l'università.
E mentre i suoi coetanei, durante l'estate tra il penultimo e l'ultimo anno di scuola superiore, svolgono delle attività che serviranno ad acquisire esperienze e punteggi per accedere all'università, Franny è costretta a lavorare.
Farà da assistente sarta alla costumista di un programma estivo di teatro nel prestigioso Mansfield Summer Theatre Program, un programma che Franny avrebbe voluto frequentare passando dall'ingresso principale e non dai camerini. La costumista è zia Amelia, la sorella della madre di Frannie, proprio come zia Norris (che, se ricordate, la costringeva a cucire il sipario in previsione della rappresentazione teatrale). Amelia è altrettanto draconiana ma, in fondo, non è irredimibile come la sua collega austeniana.
Farà da assistente sarta alla costumista di un programma estivo di teatro nel prestigioso Mansfield Summer Theatre Program, un programma che Franny avrebbe voluto frequentare passando dall'ingresso principale e non dai camerini. La costumista è zia Amelia, la sorella della madre di Frannie, proprio come zia Norris (che, se ricordate, la costringeva a cucire il sipario in previsione della rappresentazione teatrale). Amelia è altrettanto draconiana ma, in fondo, non è irredimibile come la sua collega austeniana.
Al Mansfield Summer Theatre Program Frannie incontra la sua cara amica Julia Braverman, con cui frequentava nella vecchia scuola, prima della separazione dei genitori, il corso di teatro. Frannie ha sempre avuto un debole per il fratello di Julia, Alex, che è sempre stato molto carino con lei. Ritrovarsi a Mansfield, anche se in condizioni diverse, fa riallacciare i rapporti tra i fratelli Braverman e Frannie.
Quando poi iniziano ad arrivare nuovi studenti, la compagnia di Mansfield Park si riforma con delle piccole ma necessarie variazioni, che la rendono più credibile nell'ambientazione del XXI secolo.
Soprattutto sarà l'arrivo di Isabella Zevallos e Harry Cartwright a portare scompiglio nel piccolo gruppo dei nostri amici. Harry flirta quasi come se respirasse: è la sua natura e forse una forma di insicurezza. Isabella è la sua amica del cuore, praticamente una sorella, sicurissima della sua bellezza e del suo fascino: sa di poter conquistare qualsiasi uomo le interessi, e i suoi occhi sono puntati su Alex Braverman.
Si viene a formare così una tripletta di triangoli amorosi in cui l'Henry Crawford della situazione non è il più colpevole, anzi. Frannie flirta sia con Harry che con Alex. Alex gioca sporco sia con Isabella che con Frannie. Harry flirta... con tutte, ma in fondo è tutto fumo e niente arrosto.
E questo mi ha fatto riflettere sul romanzo austeniano. Edmund non è forse più colpevole di Henry Crawford? In fondo anche lui sembra tenere il piede in due scarpe. Il suo affetto per Fanny è così evidente che quando Mary Crawford cerca di conquistare l'amicizia della ragazza sembra seguire le orme di Lucy Steele quando cerca la confidenza di Elinor Dashwood per studiarla e tenerla alla larga da Edward Ferrars.
D'altro canto Fanny non è mai chiara: anche se rifiuta Henry Crawford non gli rivela mai che per lui non c'è speranza perché è innamorata di un altro.
E infine, Henry Crawford fa il cascamorto con tutte, ma siamo sicuri che sia irrecuperabile? Se Fanny non l'avesse rifiutato, avrebbe finito comunque col fare quello che tutti si aspettavano da lui o si sarebbe riformato?
L'idea di ambientare il romanzo in un programma estivo di teatro è molto azzeccata, dato che Mansfield Park è per il teatro quello che Northanger Abbey è per i romanzi.
Naturalmente le quattro compagnie teatrali del programma reciteranno Shakespeare facendo l'eco a quel che si dice in MP:
"Shakespeare lo si conosce anche senza sapere come. Fa parte della natura di un inglese. I suoi pensieri e le sue bellezze sono così diffusi intorno a noi che si percepiscono dappertutto; con lui si ha un rapporto intimo per istinto. Nessuno con un po' di cervello può entrare in contatto con una parte di valore di una delle sue opere senza sentirsi immediatamente inserito nel flusso del suo pensiero. [...] Verso Shakespeare si avverte un certo grado di familiarità fin dall'infanzia. I suoi brani famosi sono citati da tutti; sono nella metà dei libri che apriamo, e tutti parliamo di Shakespeare, usiamo le sue similitudini e descriviamo con le sue descrizioni." (Mansfield Park, cap. 34. Traduzione di Giuseppe Ierolli)
E anche i capitoli sono suddivisi in atti e scene proprio come una commedia.
Il finale è a sorpresa, un finale sicuramente adatto a una trasposizione del XXI secolo e a dei personaggi che si sono evoluti con i tempi. Un finale che ci fa riconciliare con Mansfield Park e ci fa sperare che, se Jane Austen fosse vissuta oggi, lo avrebbe riscritto proprio così.
L'AUTRICE
Claire LaZebnik (nata Scovell) è cresciuta a Newton, Massachussets, ha frequentato Harvard e si è trasferita a Los Angeles. Ha scritto diversi romanzi per adulti e si è interessata ai problemi dell'autismo, scrivendo un libro in proposito in collaborazione con Lynn Koegel. Ha collaborato con il New York Times, Vogue, Self e altre riviste.
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