Inauguriamo oggi una serie di brevi recensioni che la nostra LizzyGee - che continua a leggere Austen Inspired Novels e non-fiction collegati a Jane Austen (come in questo caso) - scriverà a mano a mano che procederà con le sue letture a tema.
Oggi si parla di Only a Novel: The Double Life of Jane Austen di Jane Aiken Hodge, sorella di Joan Aiken, di cui abbiamo recensito su questo blog tre romanzi: Eliza's Daughter, sequel di Ragione e Sentimento, Mansfield Park Revisited, sequel di Mansfield Park e I Watson ed Emma Watson, unico dei romanzi della Aiken a essere tradotto in italiano per TEA.
Only a Novel: The Double Life of Jane Austen
di Jane Aiken Hodge
Sottotitolo: The Double Life of Jane Austen
Autore: Jane Aiken Hodge
Casa Editrice: Agora Press
Pagine: 290
Data di pubblicazione: 25 aprile 2019 (1^ pubb. gennaio 1972)
Formato: paperback/ebook
Una buona biografia
Avevo già letto anni fa la biografia di Georgette Heyer scritta dalla stessa autrice, e l'avevo trovata molto scorrevole e interessante, quindi, quando ho visto che Agora Press stava pubblicando una nuova edizione di questo testo, e che era disponibile su netgalley, non me la sono lasciata sfuggire.
Jane Aiken Hodge scrive questa biografia negli anni Settanta, cercando di far quadrare le discrepanze che ci sono tra le due Jane Austen: quella dei parenti vittoriani, che la vedono come una donna pia, dolcissima e remissiva, senza alcun guizzo di ironia o di malizia, e quella che i suoi scritti - che siano lettere, romanzi o anche opere giovanili e incompiute - lasciano trapelare.
È come se Jane Austen vivesse, tramite i suoi personaggi e le sue lettere, una doppia vita.
È una biografia interessante, perché scritta molto prima di tutte le teorie - spesso spacciate per vere - che si sono scatenate dopo il 1995, con il boom della fan-fiction legata alla diffusione degli scritti e di tutto ciò che è connesso a Jane Austen, in seguito al planetario successo delle trasposizioni cinematografiche e televisive.
E la Aiken Hodge riesce a raccontare la vita di Jane Austen in modo scorrevole, attingendo a diverse fonti: le lettere e i romanzi, il Ricordo di Jane Austen del nipote James Edward Austen-Leigh, ma anche le lettere e i ricordi del resto della famiglia e degli amici e documenti dell'epoca, facendo a volte delle ipotesi, che però restano sempre tali quando l'autrice non riesce ad appurarne la veridicità.
Una cosa mi ha lasciata un po' perplessa. Ma come mai negli anni '70 erano tutti convinti che il frammento di Sanditon fosse di undici capitoli anziché di dodici? Anche Marie Dobbs, che scrisse il completamento di Sanditon negli anni '70, lascia il testo di Jane Austen a metà del suo undicesimo capitolo, pasticciando un po'; eppure il manoscritto di Jane Austen - che per fortuna ci è rimasto - ha tutti i capitoli fino al dodicesimo ben numerati, e anche l'edizione di Chapman del 1925 termina col capitolo 12. Comunque il completamento di Marie Dobbs è successivo a questa biografia, quindi non potremmo neanche dire che la Aiken Hodge si sia fatta influenzare dalla Dobbs: semmai è il contrario.
Non sono molto d'accordo con la Aiken Hodge quando dice che Sir Edward Denham sarebbe stato probabilmente un coprotagonista e avrebbe fatto coppia con Clara Brereton (che invece, secondo me, ci sta come coprotagonista assieme a Charlotte Heywood); ma su Sanditon le ipotesi sono davvero fini a se stesse (purtroppo!)
Concludendo: una buona biografia, ancora validissima, che sarebbe interessante vedere tradotta in italiano.
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