venerdì 26 febbraio 2016

Jane and the Twelve Days of Christmas di Stephanie Barron | Recensione

Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,

Parliamo oggi del dodicesimo caso che vede Jane Austen nei panni di investigatrice nelle Indagini di Jane Austen di Stephanie Barron
Sì, lo so, sto saltando un po' di tappe, dato che ero arrivata a recensire fino al Sesto Caso, ma ho letto questo libro proprio durante le vacanze natalizie, grazie alla gentilissima cortesia di Stephanie Barron medesima, che è stata così squisita da spedirmi dall'America una copia del paperback del romanzo.



Vi racconto come sono andate le cose. 
In occasione dell'uscita dell'edizione paperback, Stephanie Barron ha organizzato un giveaway per cinque copie del libro e io, come altre sue fedeli lettrici italiane, abbiamo partecipato, chiedendole se il romanzo sarebbe stato tradotto da TEA come i primi otto. 
La Barron ci ha detto che purtroppo i suoi romanzi - che nel frattempo sono arrivati al tredicesimo caso, con Jane and the Waterloo Map - non saranno più tradotti in italiano per il momento; poi mi ha chiesto in privato l'indirizzo per farmi recapitare una copia del romanzo extra-giveaway!
Il libro mi è arrivato dall'America come una graditissima e preziosa strenna natalizia e io l'ho letto proprio cercando di seguire le dodici tappe che lo compongono, seguendo addirittura i giorni dal 24 dicembre al 6 gennaio (e d'accordo, ho sforato di due giorni, e l'ho finito l'8 gennaio, perdonatemi!)
Tra l'altro, la Barron mi ha sorpresa con una bellissima dedica in italiano!


Ma, bando alle ciance, recensiamo il libro e rattristiamoci per l'ennesima incomprensibile scelta editoriale italiana, che ci priva di questi bellissimi romanzi, che non sono solo gialli, ma anche ricostruzioni minuziose della biografia di Jane Austen (delitti a parte, ovviamente!)


SCHEDA LIBRO
Autore: Stephanie Barron
Titolo: Jane and The Twelve Days of Christmas
Casa Editrice: Soho Crime
Pagine: 336
Data Pubblicazione: 28 ottobre 2014

Descrizione: Vigilia di Natale, 1814. Jane Austen è stata invitata a trascorrere le vacanze con la famiglia e gli amici a The Vyne, la splendida dimora ancestrale dei Chute, una ricca famiglia dello Hampshire, importantissima dal punto di vista politico. Mentre l'anno va via e gli amici cominciano a riunirsi sotto al vischio per i dodici giorni di festeggiamenti, Jane e il suo circolo di amici hanno voglia di divertirsi: Mansfield Park sta vendendo bene; Napoleone è stato esiliato all'Isola d'Elba; l'esercito inglese ha conquistato la città di Washington, e la vigilia di Natale, John Quincy Adam ha firmato il Trattato di Ghent (Gand), che porrà fine a una guerra che nessuno in Inghilterra voleva davvero.
Ma l'allegria natalizia ben presto svanisce quando uno degli ospiti viene trovato morto in un tragico incidente, che Jane guarda subito con sospetto. Se si dovesse trattare di omicidio, l'assassino sarebbe uno dei membri della compagnia, trattenuti in casa dalla neve. Con indizi sparsi tra sciarade ben congegnate, oscuri segreti che vengono alla luce nel corso dei giochi da salotto, e antiche amicizie che tornano a infestare l'atmosfera natalizia, di chi si può fidare Jane per scoprire la verità, ed evitare che l'assassino colpisca ancora?

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RECENSIONE DI LizzyGee
I luoghi e gli amici di gioventù


e 1/2

Vi siete mai chiesti come Jane Austen trascorresse il periodo di Natale? Cosa venisse servito a tavola durante le feste, come si intrattenessero gli ospiti nei salotti? 
Stephanie Barron provvede a farci vedere come poteva essere un tipico Natale Regency con l'aggiunta di una sciarada piuttosto corposa da risolvere per la nostra Jane: un delitto!

Il romanzo è diviso in dodici parti, le dodici giornate che costituiscono le feste tradizionali, a partire dalla Vigilia di Natale per arrivare all'Epifania, il dodicesimo giorno.
Alla vigilia di Natale, dunque, Jane arriva a Steventon con Cassandra e Mrs. Austen per trascorrere quelle giornate assieme al fratello maggiore, James, che si era insediato nella canonica sin dal 1801, quando il padre, il reverendo George Austen, decise di ritirarsi lasciando la cura del beneficio di Steventon al figlio maggiore, che vi si trasferì con la seconda moglie, Mary Lloyd Austen e la figlia del primo matrimonio, Anna.

Alla fine del 1814, comunque, Anna si era appena sposata e James aveva avuto da Mary altri due figli: James-Edward, allora sedicenne, e Caroline, di nove anni.
L'arrivo di Jane Austen con la madre e la sorella nella vecchia casa è tutt'altro che allegro, Mary è poco ospitale, tutta presa com'è dai suoi acciacchi immaginari.


Ho sempre pensato che Jane Austen non amasse troppo il nome Mary, che compare in quasi tutti i suoi romanzi, e mai per un personaggio positivo. È evidente che una delle cause doveva essere proprio questa cognata, che Jane Austen non amava particolarmente, vuoi per il carattere, vuoi per il suo rapporto con la figliastra, l'adorata prima nipote Anna. 
Mary qui è raffigurata come il prototipo da cui è scaturita la Mary Elliot Musgrove di Persuasione, un personaggio privo di rispetto per la suocera e le cognate, altezzoso e invidioso, che vorrebbe essere al centro di ogni attenzione, senza riservarne alcuna al prossimo.
Sebbene Mary Musgrove sia un personaggio che adoro così com'è descritta dalla penna di Jane Austen, di certo la Mary Lloyd Austen della Barron suscita meno simpatie, tuttavia è molto più realistica e umana di quella creata dalla fervida fantasia di Lindsay Ashford in The Mysterious Death of Miss Jane Austen, che abbiamo recensito tempo fa e che mi ha lasciata davvero indignata.

Per fortuna - altrimenti sarebbe un ben misero Natale -, gli Austen vengono invitati a trascorrere le giornate a partire da S. Stefano (Boxing Day, in cui i domestici, dopo aver servito i padroni nelle due giornate precedenti, festeggiavano con un piccolo dono da parte dei loro datori di lavoro e la giornata libera) dai molto più ospitali Chute di The Vyne, una tenuta di campagna rinomata per la caccia alla volpe, che proprio il 26 dicembre teneva impegnati i gentiluomini del luogo, capitanati da Mr. William Chute.
Nel leggere di The Vyne e della caccia alla volpe, ho ricordato il capitolo VII di Jane Austen: i luoghi e gli amici di Constance Hill, in cui si parla proprio di questi luoghi e di questi amici. Del resto, lo stesso nipote e biografo di Jane Austen, James-Edward Austen Leigh, ha dedicato un volume proprio all'argomento (Recollection of the early days of the Vine Hunt and of its founder William John Chute, Esq., M.P. of the Vine. Together with brief notices of the adjoining hunts, Spottiswoode & Co., 1865).


Ma, sebbene il 26 dicembre 1814 i gentiluomini non riescano ad andare a caccia a causa della neve, ben presto si intratterranno con una caccia ben più corposa, la caccia a un assassino. 
E, al contrario dei romanzi di Jane Austen - Persuasione a parte - che sono privi di riferimenti storici e politici, i suoi "diari segreti", quelli "curati" da Stephanie Barron che parlano delle sue attività investigative, contengono ogni genere di intrigo politico e spionistico. 
In una situazione politica delicata, con la flotta inglese impegnata nelle ex-colonie e Napoleone pronto a fuggire dal suo esilio all'Elba, ogni piccolo intervento può alterare le sorti della nazione. Così, se gli accadimenti di the Vyne riguardano addirittura il Trattato di Gand, il trattato di pace che pose fine alla Guerra del 1812 fra gli Stati Uniti e il Regno Unito, è evidente che gli interessi in gioco siano enormi.
Firma del Trattato di Gand
Come osservato da alcuni, è una disdetta che la Jane Austen della Barron, che aveva pubblicato pochi mesi prima Mansfield Park, tenda a ignorare la propria attività letteraria, quasi sminuendola, per dedicarsi all'impresa forse più elettrizzante di detective. Fatto sta che per i suoi lettori questa è una piccola delusione (non che la volessimo vedere a pavoneggiarsi dei successi editoriali, sia ben chiaro!)

In questo romanzo si vede l'affetto di Jane e Cassandra verso i nipoti, in particolare verso la piccola Caroline, che sembra un po' trascurata dalla troppo egocentrica madre (meno verso James-Edward, che è più grande e appare un po' tronfio, forse a causa delle influenze della madre, o forse perché la Barron è stata condizionata dallo stile che traspare dalla sua biografia della zia, A Memoir of Jane Austen). Inoltre veniamo a conoscenza delle tradizioni dei piccoli doni che venivano fatti ai bambini durante il periodo natalizio, all'inizio di ciascuna delle dodici giornate di festa, a cui le amorevoli zie si dedicano con la solerzia di fatine o di angeli custodi, godendo della gioia della sorpresa della piccola Caroline.

Tra l'altro, l'anno scorso la Barron, in occasione della pubblicazione della prima edizione del romanzo, ha messo a disposizione un e-book gratuito, in cui illustrava le tradizioni natalizie in periodo Regency. Una piccola infarinatura su come si svolgevano i dodici giorni del Natale nell'Inghilterra della Reggenza, con ricette, giochi di società e altri piccoli dettagli.

Un vero peccato che TEA abbia sospeso la traduzione di questa bellissima serie, che non solo ci intrattiene con degli intriganti gialli da risolvere, ma ci fa immergere a tutto tondo nella biografia di Jane Austen, con una ricostruzione fedelissima della sua vita e dei personaggi che ne hanno fatto parte.


 Link Utili
☞ Le indagini di Jane Austen #4 (e brevi recensioni delle prime tre)

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