venerdì 11 marzo 2016

Emma: A Latter Day Tale di Rebecca H. Jamison | Recensione

Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,

Qualche tempo fa abbiamo annunciato il quinto Gruppo di Lettura del Bicentenario di Emma, orientandoci su un retelling in chiave moderna del romanzo. Dopo aver apprezzato – ma non completamente – la Miss Woodhouse nata dalla penna di Alexander McCall Smith, avevamo puntato il nostro sguardo sulla modernizzazione operata da Rebecca H. Jamison in

EMMA: A LATTER DAY TALE


Purtroppo, abbiamo preferito saltare questo Gruppo di Lettura, sia per problemi familiari di LizzyGee, che sarebbe stata l'unica a poterlo seguire, sia per una questione ideologica, o meglio, non-ideologica.
Il nostro blog non ha religione, nel senso che ciascuno di noi è libero di professare privatamente la religione in cui crede o di essere agnostico. Siamo italiani e, se è vero che il cattolicesimo fa parte della nostra tradizione, non abbiamo ancora subito l'invasione dei romanzi che in America vanno sotto l'appellativo di "christian", che altro non sono se non dei romance da cui il sesso è bandito e in cui si cercano di invogliare le giovani donne a condurre una vita decorosa ed equilibrata, spesso tramite la preghiera. 
Ne abbiamo già letti un paio, di cui uno anche in Gruppo di Lettura, e abbiamo quindi preferito non ripetere l'esperienza, perché ci sono sembrati troppo lontani da noi e dagli scopi del nostro blog.
Ora, è vero che Jane Austen era figlia di un pastore e che nei suoi romanzi i giusti hanno sempre il loro lieto fine, ma è anche vero che lei si guardava bene dal giudicare apertamente dei comportamenti giusti o errati.
I libri "christian", invece, altro non sono se non dei veri e propri "conduct books" dei giorni nostri, una sorta di romanzi educativi per signore e signorine perbene; proprio quel genere di romanzi che la stessa Jane Austen tendeva a prendere in giro.
È per questo motivo che abbiamo preferito cancellare il Gruppo di Lettura, sebbene LizzyGee abbia poi letto il romanzo per proprio conto e oggi sia pronta a farvene una recensione, che non è neanche del tutto negativa, anzi!

SCHEDA LIBRO
Autore: Rebecca H. Jamison
Titolo: Emma: A Latter Day Tale
Casa editrice: Bonneville Books
Pagine: 250
Data pubblicazione: 13 agosto 2013
Descrizione: Il suo nome è Emma e il suo divertimento preferito è il gioco delle coppie! Emma, un'eccentrica giovane appartenente a una comunità di culto mormone, vuole diventare assistente spirituale e vuole aiutare la sua prima cliente, la solitaria Harriet, una giovane bambinaia. Ma tutti i suoi tentativi di cercare un marito adatto a lei si rivelano solo errori e cantonate imbarazzanti, che lasciano le due giovani scoraggiate e confuse. Questo retelling moderno del classico di Jane Austen vuole dimostrare che talvolta l'abbinamento ideale è quello che ci scegliamo da soli!

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RECENSIONE di LizzyGee
Vienna, Virginia è una perfetta Highbury

e 1/2
Quando ho scelto di leggere questo libro pensavo di trovarmi davanti a un retelling moderno di Emma (tra l'altro, l'autrice ha scritto i retelling anche di altri romanzi austeniani).
Se fossi stata americana mi sarei resa conto subito che il titolo di questo romanzo conteneva delle chiare parole chiave. Latter Day non voleva dire "dei giorni nostri", bensì "degli Ultimi Giorni", come riferimento ai Santi degli Ultimi Giorni, ovvero alla religione mormone. 
Ho cominciato a comprendere che si trattava di un romanzo "christian" e in particolare mormone – o, come si dice in America, dove si tende a ridurre tutto a una sigla, LDS, Latter Day Saints – quando ho tradotto la descrizione del libro dall'inglese, in quanto mi sono trovata davanti il termine "life coach". Cosa poteva voler dire? Ho capito che si trattava di una sorta di guida spirituale, un lavoro – o meglio, una missione – che si addice moltissimo a Emma, in effetti. E, naturalmente, Harriet era perfetta come sua prima "cliente".
[Perdonatemi se i vocaboli non sono precisi a descrivere il ruolo che ciascun membro ha nella loro comunità, ma non conosco bene questo culto.]
Insomma, mi sono resa conto che questo non poteva essere un libro adatto a un Gruppo di Lettura di Old Friends & New Fancies, perché non potevo imporre questa lettura a tutti i nostri lettori – che però sono liberissimi di leggerlo autonomamente, dato che si tratta di una buon retelling.
Dopo aver preso questa decisione, ho continuato a leggere il libro senza preconcetti, limitandomi a seguire la storia, senza approfondire l'ideologia dietro alla piccola comunità mormone di Vienna, in North Virginia. 
E così mi sono resa conto che, in effetti, Vienna e i suoi abitanti funzionavano alla perfezione nella trasposizione in chiave moderna di Highbury.



Emma si trova a vivere col padre, un dottore in pensione che lavora ancora via web (non è chiaro se "dottore" significhi medico o sia un ruolo ben preciso nella comunità mormone; probabilmente entrambe le cose). La moglie è morta per un incidente d'auto su una strada ghiacciata quando Emma aveva sei anni, ragion per cui la ragazza non si è mai allontanata troppo da casa, e quando è venuto il momento di andare all'università, lo ha fatto restando a Vienna.
Questo, purtroppo, ha fatto sì che la ragazza non si applicasse fino in fondo negli studi e, ogni volta, proprio quando era in dirittura d'arrivo, ha tirato i remi in barca, rinunciando temporaneamente – almeno, così dice lei – a raggiungere l'obiettivo che si era prefissa inizialmente. Adesso, però, è decisa a diventare assistente spirituale (life coach) e, mentre segue un corso online, comincia a esercitare cercando di aiutare la giovanissima Harriet (che si fa chiamare Harri), una giovane tata con pochissima autostima. 
Poiché sospetta che Phil Elton, un nuovo membro della comunità, sia alla ricerca di una fidanzata, dal momento che ha trovato un profilo che potrebbe essere il suo su un sito di appuntamenti online, Emma cerca di metterlo insieme alla sua amica, come ha fatto con Tanya, la sorella di sua madre, che ha cresciuto Emma e Isabella dalla morte di Mrs. Woodhouse. È stata Emma, infatti, a far sposare Tanya con Randall Weston. 

Come potete vedere, i personaggi hanno molto in comune con gli originali, con delle piccole varianti che li rendono realistici. Tanya funziona meglio come zia che come istitutrice, in effetti (chi ha un'istitutrice ai giorni nostri?). Del resto, Vienna si trova a un tiro di schioppo da Washington, così come Highbury è vicinissima a Londra. 
Justin Knightley è il ricco vicino di casa dei Woodhouse, e suo fratello ha sposato Isabella e si è trasferito a Washington. Tutto molto vicino all'originale, persino la tendenza di Knightley a rimproverare Emma e a spronarla a conseguire i propri obiettivi.
Per quanto riguarda il personaggio di Miss Bates, in questo caso è un membro molto stimato della comunità e non è una "Miss", ma una vedova, Barbara Bates. Naturalmente, come l'originale, ha la tendenza a parlare un po' troppo, spesso partendo per la tangente. Jane Fairfax non è sua nipote bensì sua figlia  un motivo in più per cantarne le lodi. Il nome che le ha attribuito la Jamison è Jena Farley, e la ragazza abita in Tennessee, a Nashville, dove è una cantante country piuttosto affermata, soprattutto perché, oltre a essere molto brava, è stata presa sotto l'ala protettrice di una coppia di cantanti molto famosi, Reggie Van Camp e Veronica Dixon. Reggie, in particolare, ha cantato numerosi duetti con Jena, dal momento che la sua voce si sposa meglio di quella della moglie Veronica con la propria. Ecco che la nostra Emma inizia a fare supposizioni maliziose sulla vera natura di questa scelta. 
Emma è un po' invidiosa di Jena non tanto perché è diventata una famosa cantante, bensì per la sua capacità di conseguire tutti gli obiettivi che si prefigge, al contrario di lei. 
Quando Jena torna a far visita alla madre a Vienna, è spesso fermata dai fan, che chiedono autografi e foto con la loro beniamina. È chiaro che la ragazza voglia sfuggire ai paparazzi, anche se non è chiaro il motivo per cui voglia tenere nascosta una sua possibile storia d'amore. Emma sospetta che ci sia qualcosa d'illecito, dal momento che Jena è continuamente col telefono in mano a scambiare messaggi con un interlocutore misterioso.
Hank Weston (ovvero Frank Churchill) non va a fare visita al padre perché la madre – da cui Randall Weston ha divorziato molto tempo prima – ha problemi di salute. Ma, col ritorno di Jena Farley, anche lui arriva a Vienna...

Ci sono numerosi riferimenti a internet, a facebook e a smartphone piuttosto recenti, ma la comunità resta sempre piuttosto ristretta, ricreando una Highbury contemporanea e credibile, cosa che McCall Smith non è riuscito a fare nel suo modern retelling, che sembra sospeso in un periodo storico indefinito.
Naturalmente non vi racconto come la Jamison ha "tradotto" i vari episodi del romanzo originale, sappiate però che spesso essi hanno un risvolto religioso, caratteristico del culto mormone. 
Il racconto è reso in prima persona dalla voce di Emma, e ogni capitolo si apre con il "consiglio del giorno" dell'aspirante assistente spirituale. Un consiglio che scaturisce da quel che accadrà nel corso del capitolo.

Un buon retelling, che vi consiglio di leggere se volete trovare una Highbury credibile in chiave moderna, ma di cui sconsiglierei forse la traduzione, dal momento che considero i libri christian nient'altro che "conduct books", libri che indirizzano le signore e le signorine "perbene" a una vita morigerata, cristiana, decorosa. Dei libri forse un po' troppo moralisti per i miei gusti, che ci riportano indietro agli anni '50, o, addirittura, ai tempi di Jane Austen.

 Link utili

6 commenti:

Drisinil ha detto...

Confesso che dopo aver letto "la 19° moglie" ho maturato una profonda diffidenza per la società dei mormoni e la loro deriva religiosa.

Gabriella Parisi ha detto...

Confesso di aver letto il libro senza interessarmi nello specifico di questo credo religioso, ma solo in quanto retelling di Emma. Il motivo per cui ho cancellato il Gruppo di Lettura è proprio questo: non volevo costringervi a leggere un conduct-book di un credo religioso a cui potevate non essere interessati, o peggio.

Drisinil ha detto...

Però è molto interessante il fenomeno sociologico, di un retelling "orientato" a manuale di buona condotta (anche se mi sarebbe sembrato più facile orientare in tal seno MP). Deduco, ma sono curiosa, che non è stato affrontato in Emma l'argomento poligamia?

Gabriella Parisi ha detto...

Be', il libro che hai letto tu era uno storico. Non so se la poligamia sia ancora praticata ai giorni nostri, sebbene non sia chiarissimo se Randall Weston sia solo separato dalla madre di Hank o cosa...
Credo che la Jamison abbia intenzione di scrivere i retelling di tutti e sei i romanzi in chiave moderna e LDS. Già ha scritto Persuasion e Sense and Sensibility. Io credo che passerò, però. ;)

Drisinil ha detto...

In realtà il romanzo (molto interessante) è ambientato ai giorni nostri, con numerose pagine di flashback storico. La poligamia è ancora praticata, anche se probabilmente non in tutte le comunità. Penso che uno di questi retelling lo leggerò, sono molto curiosa di questo taglio :)

Gabriella Parisi ha detto...

Facci sapere poi come ti è sembrato, mi raccomando! :)

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