venerdì 6 gennaio 2012

Shades of Milk and Honey di Mary Robinette Kowal: quando lo spin-off diventa Fantasy

Carissimi lettori,

Una passione che noi Lizzies condividiamo, oltre a quella ben nota per Jane Austen, è la Letteratura Fantasy. Immaginatevi che piacere è stato dunque per noi scoprire che una giovane ma premiatissima autrice americana aveva scritto un delizioso libro che associava queste due componenti: la società in cui si muovono i personaggi di Jane Austen ed elementi caratteristici del fantasy... Non potevamo certo lasciarci sfuggire questa ghiotta occasione!
E così LizzyP e LizzyGee si sono dedicate a questa gradevolissima lettura, Shades of Milk and Honey di Mary Robinette Kowal, una lettura piena di... glamour!



SCHEDA LIBRO
Autore: Mary Robinette Kowal
Titolo:  Shades of Milk and Honey
Editore: Tor Books; First Edition editions
Data di Pubblicazione: 3 Agosto 2010
Disponibile in: Hardcover, Paperback, Audio-book e ebook.
Pagine: 304

SINOSSI
Shades of Milk and Honey (Ombre di Latte e Miele) rappresenta l’intimo ritratto di Jane Ellsworth, una donna all'avanguardia per il suo tempo, in un mondo in cui la manipolazione del glamour è considerata una dote fondamentale per una signora ben educata. Malgrado l’interferenza della magia nella vita di tutti i giorni, gli altri aspetti della vita di società del Dorchester non cambiano: le vite di Jane e di sua sorella Melody ruotano ancora attorno alla competizione per vincere le attenzioni di un buon partito. 
Jane cerca di resistere, e per un buon motivo: sebbene il suo talento con l’incanto sia notevole, è sua sorella la bella della famiglia e pertanto è lei a conquistare la fetta più grossa di attenzione. Alla matura età di ventotto anni, Jane si è rassegnata a rimanere per sempre nell’ombra. Ma quando l’onorabilità della sua famiglia viene minacciata, ritiene opportuno di dover spingere le sue doti al limite per sistemare le cose, e, nel farlo, incappa in una sua personale storia d’amore.
Questo romanzo d’esordio scritto da un talento come Mary Robinette Kowal, vincitrice di numerosi premi, porrà fine ad un prurito che non sapevate neanche di avere; è come partecipare ad un pic-nic segreto fra Orgoglio e Pregiudizio e Jonathan Strange e il Signor Norrell. Shades of Milk and Honey è esattamente il genere di storia che ci si potrebbe aspettare da Jane Austen… se fosse stata una scrittrice fantasy.
BOOKTRAILER

Ragione, Sentimento...e un pizzico di Magia!
Recensione LizzyP

Zia Jane avrebbe certamente approvato questo pizzico di Magia che rende ogni cosa diversa da com'è in realtà.

Ne sono sicura, la Magia con cui la Kowal ha dipinto il suo spinoff di Sense and Sensibility non è quella delle favole o dei racconti di fantasia, poco adatta ad esser mischiata con la tavolozza austeniana, ma un vero e proprio dono nell'arte dell'illusione, un prezioso talento destinato a pochi.
Messa in opera di un tableau vivant ispirato ad un dipinto di Caravaggio
L'idea della figura del glamourista s'ispira principalmente ad uno dei passatempi più apprezzati dalla Società inglese di metà Ottocento, ovvero quella dei noti tableaux vivants (“quadri viventi” – il gioco consisteva nel riprodurre dal vivo un dipinto prescelto o creare uno scenario ex-novo, i partecipanti dovevano indossare vesti e restare in scena interpretando il proprio personaggio immobili come statue, esattamente come in un dipinto, non era insolito che venisse usata una grande cornice vuota ad inquadrare la scena), ma la Kowal non si limita ad inserire la nuova figura artistica nel romanzo, ne dona addirittura il talento ai suoi protagonisti e le conseguenze sono davvero interessanti!
Sebbene Shades of Milk and Honey sia uno spinoff di Ragione e Sentimento, le sorelle Ellsworth, anche qui orfane della piccola Margaret, non sono esattamente simili ai personaggi cui s'ispirano: Melody, sicuramente, somiglia abbastanza a Marianne, la stessa inclinazione a vedere il romanticismo in ogni cosa, la stessa esuberanza e il facile avvilimento, ma è molto meno timida quando si tratta di godere delle attenzioni dei giovani pretendenti, forse più consapevole, meno ingenua dell'originale; Jane, invece, è un personaggio molto moderno, forse sono soltanto la sua assennatezza e la condizione di prossima zitella che l'accomunano ad Elinor, ogni altro aspetto pare ricordare più nitidamente una certa indipendente ed arguta Elizabeth Bennet.

Le sorelle sono anche qui complementari nella loro apparenza formale: Melody, la cui unica dote è l'effimera bellezza – Jane, bruttina e quasi invisibile, se non fosse per il suo talento di glamourista. La complementarietà, però, non equivale alla complicità, né all'affetto incondizionato e, dove nel romanzo austeniano esisteva lo scambievole omaggio di stima reciproca fra le sorelle, qui sussiste una perenne manifesta invidia fra donne (a tratti, mi ha ricordato il rapporto tra Amy e Jo March!).

Non è un caso che sia proprio Jane (un nome che è già chiaro omaggio alla musa ispiratrice) la vera protagonista di questo delizioso romanzo, è a lei che la Kowal dona la capacità di manipolare il glamour, è su di lei che costruisce la trama principale, relegando in secondo piano la Marianne della situazione (per questa volta).

E il risultato non è affatto spiacevole.
Edward Norton in The Illusionist
La conseguenza vuole l'entrata in gioco di una controparte maschile che regga il confronto, ma un Edward Ferrars l'avrebbe perso, troppo poco acuto, privo d'ironia e tutt'altro che “creativo”. Così, la Kowal, pensa ad un Mr. Darcy con talenti alternativi e disegna un perfetto artista gentiluomo, Mr. Vincent. Egli è silenzioso, costantemente concentrato sulla propria arte, tanto da risultare altero e distante come il suo alter ego austeniano, un alone di magia e mistero lo avvolge, la sua figura solitaria, il suo perfezionismo maniacale ne fanno l'immagine dell'artista maledetto... e anche per questo, tanto ambito dall'Alta Società Inglese.

Jane ne riconosce subito l'impareggiabile talento, coinvolta, suo malgrado, in una delle sue meravigliose illusioni; per lei è fondamentale, in qualità di donna di ceto inferiore, riuscire a dimostrare la propria (evidente) bravura come glamourista, così da abbattere la convinzione che una tale arte sia, invece, prerogativa e frutto dell'esercizio delle abilità delle dame di alto lignaggio. Il talento di Mr. Vincent l'ammalia e l'incuriosisce, non ha mai visto niente del genere e non ne comprende il meccanismo magico.

Egli, per sua parte, pare non accorgersi di lei, ma comincia da subito a lasciare dietro di se una scia sempre più evidente di indizi intorno alla sua tecnica segreta, ovvero, ad aprire il suo animo a Jane.

Gli accadimenti evocano episodi di Ragione e Sentimento e di Orgoglio e Pregiudizio, togliendo un po' all'immaginazione di chi conosce i romanzi austeniani, forse è l'unica pecca di questo spinoff, mentre, la storia di Jane e Mr. Vincent è l'arteria principale della trama,ove si gode l'effetto ammaliante degli incantamenti, il mistero che rappresenta lo stesso Mr Vincent, il turbine emotivo di mente e cuore che anima Jane, infine, l'attesa di un finale inconsueto, cui non aggiungo altro...

I riferimenti ai romanzi di Jane Austen sono moltissimi, ne condivido la scelta visto che si tratta di un'opera prima dell'Autrice, ma ciò che veramente ha toccato le corde dell'animo, sono le atmosfere incantate, quella magia che attutisce i toni aspri della realtà, colorandola, anche solo per puro intrattenimento, con i pennelli estasianti e sublimi del glamour.
Non avrei immaginato un'idea migliore per immergere i romanzi di Jane Austen nell'atmosfera di un fantasy.

Fantasy e Jane Austen: doppiamente nel sogno 
Recensione di LizzyGee

Ci troviamo nell’Inghilterra Regency, quella di Jane Austen, per intenderci. Anche l’ambiente della nobiltà di campagna, con i balli e gli svaghi tradizionali è lo stesso. Le fanciulle si dilettano ad andare a cavallo, a passeggiare, ricamano e decorano le loro cuffiette; cercano anche di completare la loro educazione dedicandosi allo studio del pianoforte e delle arti figurative. Ma c’è un piccolo dettaglio in più, un pizzico di magia che trasforma questo romanzo che assomma le caratteristiche di Orgoglio e Pregiudizio a quelle di Ragione e Sentimento in un fantasy. Essenziale nell’educazione dei giovani inglesi è la conoscenza del glamour, l’incanto, un talento magico che può essere studiato come una qualsiasi arte e che serve per ricreare immagini realistiche, corredate di musica e suoni, una sorta di cinematografo ante-litteram nei glamural, gli incantaffreschi, molto ricercati nell’arredamento e nella decorazione delle case dei nobili. 
Protagonista del romanzo è Jane Ellsworth, la maggiore di due sorelle: Jane è insignificante, quasi brutta, ma esperta glamourist (incantatrice). Come Elinor Dashwood Jane è una fanciulla di grande sense: assennata, equilibrata, obiettiva. La sorella più giovane, Melody è invece, al contrario di Jane, molto bella e impulsiva, come Marianne Dashwood. Ma il rapporto fra le due sorelle Ellsworth non è lo stesso che lega le sorelle Dashwood: pur se legate da un grande affetto e da una forte complicità, fra loro esiste un lieve sentimento di gelosia. Jane vorrebbe essere avvenente come la sorella minore; forse per questo motivo ha sviluppato i suoi talenti di incantatrice. Proprio quegli stessi talenti che Melody invidia a Jane: più frivola, anche perché protetta dalla sua grazia e dalla sua bellezza, Melody si è dedicata poco allo studio dell’incanto, per cui è risentita ogni volta che a sua sorella viene fatto un complimento sulla sua abilità. Insomma, una sana e assolutamente comune rivalità fra sorelle. Una rivalità che si acuisce ancora di più quando nel vicinato arriva Mr Edmund Dunkirk, un gentiluomo molto cortese di cui entrambe le sorelle si invaghiscono. 
Ma i gentiluomini interessanti in Shades of Milk and Honey non mancano sicuramente: c’è il Capitano Livingston, nipote della viscontessa Lady FitzCameron, che è appena arrivato per una vacanza; Mr. Vincent, l’incantatore che Lady FitzCameron ha assunto per ridecorare la casa. 
Fra questi tre gentiluomini chi sarà Mr Wickham e chi Mr Darcy? 
La storia si sviluppa con svolte inaspettate e assolutamente originali, ma è impossibile, in qualsiasi storia d’amore che si rispetti non trovare almeno un pizzico di Orgoglio e pregiudizio, figurarsi in questa che è un autentico tributo a Jane Austen
I personaggi sono caratterizzati con grande perizia e con la stessa ironia della maestra. 
I riferimenti ai romanzi della Austen sono innumerevoli, come l’incipit che richiama vividamente quello di Ragione e Sentimento
The Ellsworths of Long Parkmead had the regard of their neighbours in every respect. The Honourable Charles Ellsworth, though a second son, through the generosity of his father had been entrusted with an estate in the neighbourhood of Dorchester. It was well appointed and used only enough glamour to enhance its natural grace, without overlaying so much illusion as to be tasteless. (Shades of Milk and Honey
[Gli Ellsworth di Long Parkmead godevano della stima dei loro vicini in ogni senso. Il padre dell’Onorevole Charles Ellsworth, sebbene fosse un secondogenito, lo aveva dotato di una tenuta nella zona di Dorchester. La tenuta era ben ammobiliata e utilizzava solo una piccola parte di incanto per valorizzare la sua grazia naturale, senza ricorrere a troppe illusioni da risultare pacchiana. (Ombre di Latte e Miele)] 
The family of Dashwood had long been settled in Sussex. Their estate was large, and their residence was at Norland Park, in the centre of their property, where, for many generations, they had lived in so respectable a manner as to engage the general good opinion of their surrounding acquaintance. (Sense and Sensibility). 
[La famiglia Dashwood si era da tempo stabilita nel Sussex. Avevano una vasta tenuta e risiedevano a Norland Park, al centro della proprietà, dove, per molte generazioni, avevano vissuto in maniera tanto rispettabile da meritarsi la stima generale dei conoscenti nel circondario. (Ragione e Sentimento Trad. di G. Ierolli)] 
O l’incidente di Melody che si sloga una caviglia e riceve nel salottino entrambi i suoi spasimanti, come Marianne in Ragione e Sentimento. 
La raccolta delle fragole e i Tableau Vivant, l’equivalente glamour delle sciarade di Emma
I personaggi di Mr e Mrs Ellsworth che sono talmente simili a Mr e Mrs Bennet da confonderli e di Lady FitzCameron che è l’equivalente di Lady Catherine De Bourgh. 
Un altro tributo a Jane Austen è nella lingua: è la prima volta che in un sequel trovo le parole shew per show (mostrare), chuse per choose (scegliere), teaze per tease (canzonare), surprize per surprise (sorprendere). Questo è esattamente il modo in cui Jane Austen scriveva queste parole. Però la Kowal avrebbe potuto, proprio per lo stesso motivo, evitare di utilizzare l’americanissimo gotten e limitarsi al sobrio british got
[Fra parentesi ho notato che in alcune edizioni gli editori hanno corretto i vocaboli di Jane Austen che si sa, era una Zitella Illetterata. Ora io dico se voi leggeste Pirandello e non trovaste le parole come Gennajo o notajo o ajuto scritte con la j che pensereste?] 

Un romanzo che ci porta doppiamente nel sogno: prima nell’Inghilterra di Jane Austen, poi nella magia di un fantasy delicato e fiabesco. Sperando che Shades of Milk and Honey venga tradotto in Italiano, attendiamo l’attesissimo seguito: Glamour in Glass, che uscirà nell’Aprile 2012!
Non vediamo l'ora di leggerlo!!!

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